TERNI. INTERVISTA A FRANCESCO VENTURINI, PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE SAN MARTINO

di Michele Annesanti

Intervista a 360° al Prof. Francesco Venturini, presidente dell’Associazione di Volontariato San Martino (www.associazionesanmartino.eu), su questioni che vanno dall’abdicazione del Papa alla necessità per i cattolici di tutelare le proprie radici cristiane, fino ad esprimere tutto il suo rammarico sulla questione “via Vollusiano”.

Come vede l’abdicazione di Benedetto XVI alla luce della crisi spirituale, dovuta anche a questioni prettamente materiali, quali scandali, corruzione e debiti, che sta investendo la Chiesa, sia a livello universale sia a quello locale?

Penso che Lui abbia fatto bene, ha avuto il coraggio, a 85 anni, di ammettere di non essere più in grado di governare la Chiesa e quindi ha lanciato un messaggio importante, serve gente pronta, preparata, abile e forse un po’ più giovane. Insomma è un uomo di 85 anni che con grande raziocinio e lucidità, ma soprattutto con grande fede ha saputo abdicare, ha saputo dire: “io mi fermo, lascio spazio ad altri”; sempre con la speranza che poi il conclave decida di eleggere qualcuno più giovane. Questo lasciare dovrebbe essere di esempio per molti, sia dentro la Chiesa, ma non solo: non a caso i vescovi hanno l’obbligo di dimettersi a 75 anni, ma penso anche alle tante persone che sia all’interno che fuori della Chiesa, occupano ruoli importanti, nelle associazioni o nelle istituzioni in genere, dovrebbero riflettere e prendere esempio dalla decisione del Santo Padre. Chi ha una certa età e ricopre ruoli di governo forse è bene che lasci il passo a qualcuno più giovane. Certo è ovvio, i giovani devono comunque essere persone motivate, con una fede forte, perché per servire Chiesa bisogna avere una fede salda. Come sai sono insegnante di religione e ho studiato teologia e storia della Chiesa, e le crisi anche all’interno della Chiesa non sono una novità. Con l’avvento dei mezzi di comunicazione di massa qualsiasi cosa succede viene subito messa in risalto. Ci sono stati momenti più che clamorosi di crisi dal punto di vista morale, economico e sociale. Basti pensare che Giovanni Paolo II in occasione del Grande Giubileo del 2000 ha pubblicato un documento con cui ha chiesto scusa per tutti i peccati dei cristiani nella storia, da Galileo Galilei alle crociate. Per quanto riguarda l’aspetto diocesano non posso dire nulla, aspettiamo gli eventi, vediamo cosa succede. Abbiamo un amministratore apostolico, che non è niente di ciò che hanno detto i giornali locali. È qui per preparare il terreno per l’arrivo del nuovo vescovo. I problemi che ci sono saranno risolti al proprio interno e su questo francamente non posso dire altro, visto che faccio parte del consiglio per gli affari economici della Diocesi. Ci sono tutte le condizioni per cui la situazione si possa risolvere.

E il rapporto tra giovani e Chiesa?

Il rapporto con i giovani è sempre difficile, la Chiesa non è spesso ben vista. Anche alla luce degli scandali che la colpiscono è sentita anche lontana. Per la mia esperienza di insegnante, vedo che i miei alunni apprezzano molto la carità. Certo stiamo in un istituto professionale alberghiero e siamo tutti molto concreti. Grazie al permesso del preside, vengono coinvolti a preparare, il pranzo per i detenuti, per gli anziani, in momenti particolari dell’anno. Hanno partecipato ad esperienze di volontariato in mensa, alla San Vincenzo e all’UNITALSI. In poche parole sono molto pratici e portati alla carità vissuta. Attraverso la carità si può e si deve far veicolare il messaggio cristiano. Quello che conta l’esempio. E per un insegnante come per un genitore, la coerenza è importante.

Uno Stato laico, cosi com’è il nostro Paese, oggi nel 2013 con una popolazione che sta divenendo sempre più multietnica e multi religiosa, non dovrebbe in qualche modo cambiare “l’ora di religione” che è incentrata sul catechismo della Chiesa Cattolica, con un insegnamento, svincolato dagli accordi del concordato, ed importato sulla conoscenza delle religioni per gettare le basi poi di una convivenza comune?

Penso che a questo ci si arriverà nel tempo. Penso che andrò in pensione, ancora ho da lavorare 20 anni, e la situazione non cambierà. Però dal punto di vista culturale non sono molto d’accordo, perché la nostra è una cultura basata sul cristianesimo. È inutile che discutiamo. Tutte le nostre conoscenze sono dovute al fatto che i monaci hanno saputo conservare e tramandare la cultura, la scienza, la matematica, la filosofia. Una volta per studiare i conventi erano i luoghi ideali, così come i seminari. Non c’era la scuola per tutti, però la chiesa ha sempre tenuto moltissimo alla cultura. I più grandi “tesori” che abbiamo sono tutti conservati nelle chiese, dai testi sacri agli affreschi e cosi via.Dobbiamo alla Chiesa il grandissimo sviluppo della cultura europea, non solo nazionale! Noi siamo figli di questa cultura e perché quindi non studiarla? Io insegno religione cattolica: sul registro scrivo religione cattolica, non religione, perché io sono chiamato ad insegnare questo. Ricordiamoci che il temine cattolico significa universale. Nei fatti facciamo riferimenti anche alle altre culture, ma anche a chi la pensa diversamente da noi, penso ai filosofi del sospetto. Almeno io nelle mie lezioni affronto gli argomenti in una dimensione più ampia. Certo insegno con convinzione e credo che la religione cattolica ha fatto molto e continua a fare molto per la cultura in Italia. Nella mia scuola c’è il 20% di studenti stranieri di differenti confessioni religiose, il rispetto è fondamentale. Alcuni di loro partecipano all’ora di religione cattolica, altri no, c’è un clima di rispetto e tolleranza. Quindi perché dovremmo rinnegare la nostra identità, in nome di cosa? Di un laicismo esasperato?

Ora facciamo il punto su via Vollusiano…

Il locale ci è stato donato da una signora che, leggendo un articolo in cui il direttore della Caritas affrontava la problematica dei senza tetto, era venuta a conoscenza della necessità di un luogo di ricovero per queste persone. La signora quindi ha donato l’immobile alla San Martino. Nell’atto c’è scritto che ha un valore di 530 mila euro, è su due piani, ed era una palestra. Noi abbiamo parlato con i tecnici comunali, e qui la politica si è risentita, perché abbiamo affrontato la problematica dal punto strettamente tecnico. Sapendo che non c’è legislazione che regoli un dormitorio. Inoltre a livello informale è stato fatto comunicare al Sindaco della nostra iniziativa. Quindi, ripeto, i politici si sono risentiti, perché non siamo andati a chiedere la loro autorizzazione e la loro protezione. Ma ti dico che noi siamo indipendenti e non abbiamo bisogno della “benedizione di nessuno” e facciamo le cose in regola. Abbiamo comunicato quello che c’era da comunicare, ma poi sono saltate fuori complicazioni, come quando la commissione consiliare per i servizi sociali, ha chiesto che la vigilanza edilizia andasse a verificare quello che stavamo facendo. Inoltre, ci è stata fatta un’ingiunzione da parte del Comune che ci bloccava i lavori perché quella non era una palestra. In quel momento ci son rimasto molto male. Avevamo presentato tutti i documenti in cui si dichiarava che i lavori riguardavano un locale destinato a palestra. Solo nel momento in cui la San Martino aveva iniziato a lavorarci e non prima, quando per anni una società in convenzione con l’ASL ci svolgeva attività fisioterapiche in due ampi locali attrezzati a palestra, gli organi competenti dal punto di vista tecnico e dal punto di vista politico come i nostri consiglieri e assessori si accorgono che non è un locale destinato a palestra ma è un locale destinato a magazzino. Perché prima non c’è stato tutto questo interessamento? Perché non è stata mandata prima una visita della vigilanza edilizia? Domande a cui nessuno ha dato una risposta. Bene, è saltato fuori che il locale donatoci è un magazzino, abbiamo ripresentato tutta la documentazione per un locale con destinazione d’uso magazzino e i lavori che stiamo facendo riguardano la ristrutturazione interna di un magazzino. Ancora meglio per noi, perché la nostra intenzione non è quella di aprire un dormitorio, ma un centro Caritas che faccia tutta una serie di servizi ben specifici. Il dormitorio in questo contesto è l’ultimo dei nostri problemi. In via Vollusiano a piano terra distribuiremo il vestiario e i pacchi alimentari e consentiremo a chi ha bisogno di curare la propria igiene personale. Al piano interrato stoccheremo gli indumenti e gli alimenti e sarà quindi aperto un centro di raccolta e distribuzione. Pochi giorni fa ho letto che il comitato di via Vollusiano, che è contro la nostra iniziativa, ha detto che lì ci sono dodici bagni. Bene, non ci sono dodici bagni, ma due locali destinati a bagni di cui uno per uomini e uno per donne dove sono state montate le tazze i lavandini e le docce, in cui potranno lavarsi contemporaneamente nove persone tra uomini e donne. Oltre questi due locali c’è un bagno per i portatori d’handicap e uno per i volontari e operatori. Rispondendo, a questa polemica, noi faremo fare la doccia alle persone che ne hanno bisogno, se è vietato non lo so. Aspetteremo le denunce. Quando farà freddo noi faremo dormire la gente in quel posto. Se questo non sarà possibile, ci denunceranno e vedremo nelle sedi di competenza cosa salterà fuori. Se dovremmo tornare indietro ci torneremo. Una cosa è certa, a casa mia ci faccio dormire chi voglio. Quindi nelle strutture della Caritas ci facciamo dormire chi vogliamo. Se la legge ci dirà che in quell’ambiente tutto a norma, non è possibile dar riparo dalle otto di sera alle sette di mattina a persone che sarebbero per strada, con tutti i problemi legati all’ordine pubblico, rispetteremo quanto lci verrà imposto. Perché questo dovrebbero essere un problema? Ritengo che dare la possibilità ad alcune persone di non girare tutta la notte intorno alla stazione, di non fare i bisogni per strada, ma di sostare in un luogo caldo e accogliente con la presenza di un operatore, sono convinto che questo sia contribuire al decoro di una città e contribuire all l’ordine pubblico, che tanto si vuole tutelare. Il nostro centro svolgerà anche un servizio di igiene e sicurezza pubblico. Aspettiamo che sia la legge, un giudice, a dirci che noi non possiamo fare una cosa del genere. Per chiudere una volta per tutte su questa questione, via Vollusiano sarà il nuovo centro della Caritas dove si faranno dei servizi quali la distribuzione degli alimenti, del vestiario, l’ascolto, l’accesso ai servizi igienici e se necessario nei periodi dell’anno in cui sarà più freddo la possibilità per le persone che ne avranno bisogno di trascorrere la notte al caldo. Penso francamente che i nostri rappresentati politici non hanno fatto una bella figura. Da cittadino e da cristiano non è accettabile che 27 consiglieri comunali, sulla pelle della povera gente, dicano che non sia il caso di fare questo centro in via Vollusiano votando a favore di un ordine del giorno, di un emendamento, senza alcun fondamento. La cosa che mi da più fastidio è che i partiti di centro sinistra hanno votato contro. Rifondazione comunista ha votato contro, il Pd, gli ex della margherita, che si ritengono cristiani, hanno votato contro. Insomma l’ho vissuta veramente male, dal punto di vista politico. Nel senso degno della parola polis; del governo della città. Questa la dice lunga su quanto questi signori conoscono le problematiche dei cittadini che non contano e non sono tutelati, o invece quanto la questione è ideologica e preclusiva nei confronti della Chiesa. Sono convinto che c’è stato un blocco perché è sempre e solo la Chiesa e di conseguenza la Diocesi che per prima e nel tempo risponde alle esigenze dei poveri.

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