L’ “Economist” avverte: this is a very dangerous mess

di Michelle Crisantemi.

Uno pericoloso disastro: ecco come giudica “the Economist” i risultati delle elezioni amministrative italiane. Con la risicata maggioranza che si ritrova la coalizione di centro- sinistra, il Parlamento italiano si trova a un punto morto, visto che “differentemente da altra nazioni in Italia le due camere del Parlamento hanno uguali poteri”. Ci sono tre modi per analizzare quanto è successo: indubbiamente, quello che risulta più evidente è il grande successo di Grillo. Questo, secondo il settimanale londinese, può essere visto come segnale incoraggiante, nel senso che indicherebbe come molti italiani, soprattutto i più giovani, vogliano cacciare dal potere i vecchi politici. Parlando del Movimento 5 stelle, il settimanale lo giudica “idealista, con alcune idee buone, altre irrealizzabili e altre pericolose, come la sua opposizione a rendere più facile l’ottenimento della cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia. La seconda chiave di lettura fa perno invece su “l’effetto maligno di Mr. Berlusconi sulla vita pubblica italiana. Infatti, se il parlamento si trova a un punto morto è a causa dell’assurda legge elettorale introdotta dal suo governo nel 2005, mirata a ridurre al minimo la sconfitta nelle elezioni dell’anno successivo.                                                                             Un altro approccio con il quale potrebbe essere analizzata la situazione italiana prende in considerazione, da una parte la vittoria dei canditati populisti, dall’altra l’irresponsabilità dei votanti. ” Si può  facilmente comprendere che, dopo un decennio di economia stagnante, l’italiani volessero sottrarsi a un’austerità maggiore”, analizza l’ “Economist”. Questa è la ragione del misero 10% dei voti ottenuti da Mario Monti, “ma c’era una perfettamente rispettabile, sebbene un po’ monotona, alternativa sotto forma di centro-sinistra e il suo leader, Pier Luigi Bersani, che ha offerto una strategia più orientata alla crescita. Invece, più della metà degli elettori italiani ha votato per Berlusconi e Grillo (che tra l’altro ha promesso di chiudere l’agenzia della riscossione delle tasse e di indire un referendum per uscire dall’euro). Hanno chiaramente sentito che era una facile via d’uscita. Non lo era.

L’articolo originale, in lingua inglese, è disponibile all’indirizzo www.economist.com

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