Se il comico diventa banale rivela che non sa tenere la scena

di Davide Rondoni

La cosa peggiore per un comico è essere scontato. Prevedibile. Totò non lo era. Sordi nemmeno. Per questo la battuta domenicale di Grillo sul Papa più che irriverente è modesta. Suvvia, per attaccare il Papa non mancano gli argomenti, se uno proprio vuole… È uno dei soggetti più abusati, e dunque il comico di vaglia ha buon materiale per darci sotto, ed evitare appunto di essere scontato. Anche i comici cosiddetti impegnati se sono bravi non cadono mai nella tomba del comico che è il prevedibile, la macchietta. E l’ira, anche quella corrosiva, fustigapotenti, non è mai ripetizione sguaiata di luoghi comuni. Se proprio dovete attaccare le cose e le figure che sono care a noi credenti, fatelo con un po’ di stile… Non ci vuole tanto! La stessa saggezza popolare cattolica, nutrita anche da facezie uscite di bocca a uomini pii o a porporati, è piena di gustose barzellette, e di trovate più spiazzanti. Da sempre i cattolici ridono di se stessi, dal Papa in su e in giù. Il comico, come insegna Plauto, o anche Shakespeare, pure nell’impegno a colpire non è mai scontato, esce dalla previsione, e perciò riesce destabilizzante, cioè veramente comico. Se no diviene banale come un opinionista di terza categoria. Nella battuta di Grillo sull’amministratore tedesco c’è qualcosa di così scontato, di noioso già prima che finisca la frase. Forse perché in tutto il percorso che ha portato il signor Grillo a diventare un comico di cui si parla molto in queste settimane c’è proprio qualcosa di troppo "scontato". Come se le tappe di questo crescendo fossero tutte un po’ prevedibili. Un comico divenuto famoso grazie alla tv (governata dai partiti) e poi da questa esiliato per aver dato del ladro a chi gli passava un cachet non proprio da fame. Segue, dunque, campagna anti-tv e antipartiti. Per poi godere oggi, proprio grazie a tv e partiti, di una strabordante popolarità. Poi, preceduto e accompagnato da un più che semestrale tam-tam d’articoli e libri contro la classe politica da pa rte del maggiore quotidiano nazionale, mette fuori la faccia dalla tana del blog, e sprezzante del pericolo riempie le piazze, eccitate dalle tv. Viene invitato dal maggiore partito di governo ai festival e usa quella platea per attaccarne i dirigenti, infelici e però paganti. Nonché già tartassati dalle colonne di molti quotidiani nazionali. Il disagio verso questa classe politica non l’ha inventato Grillo, e anzi è probabilmente più radicato e serio di quanto egli stesso incarna con la sua campagna condotta a dire il vero in modo pontificante (sindrome da Papa?). Tale disagio va preso sul serio, abbiamo già visto quindici anni una crisi democratica. Paradossalmente, proprio l’uso che ne fa il comico, rischia di offuscare la gravità di una situazione che molti politici affrontano con una irresponsabile alzata di spalle. Non sono le battute scontate il miglior servizio a che il disagio si esprima in modo forte e però costruttivo. Dopo mesi che alcune forze politiche e alcuni media provano a montare il caso Ici e tasse a riguardo della Chiesa, il comico "originale" se ne esce con una modesta battuta sul Papa e sui suoi lavoratori in nero, preti e suore. Ma su, dai, almeno un guizzo d’originalità… Proprio la serietà del disagio di pancia dei cittadini merita più verve, e più acume. Più la spara grossa e più il comico denuncia la propria mancanza di fantasia, e la attitudine a non uscire dal seminato. Per questo la battuta sul Papa, più che scalfire la figura del Pontefice e dei suoi lavoratori, getta una ombra sulla tenuta della scena da parte del comico, e sulla capacità e sulla volontà di offrire davvero qualcosa di nuovo, di autentico. Di non scontato.

(da Avvenire del 25 settembre)

    Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria. Contrassegna il permalink.

    I commenti sono chiusi.