Lundini a giorni a Terni

di Agnese Laudizi
e Nicola Vantaggi

Il 21 agosto, al Baravai, anfiteatro romano di Terni, è andato in scena lo spettacolo teatrale di Valerio Lundini Il mansplaining spiegato a mia figlia.

Dopo aver ottenuto un grande apprezzamento per il suo programma televisivo “Una pezza di Lundini”, il comico romano sta portando in giro per l’Italia un one-man tour da sold-out per quasi tutte le date previste.

Lo show offre allo spettatore un’ampia visione sulla comicità lundiniana, grazie ai suoi sketch comico/surreali con degli interlocutori sempre più bizzarri, battute spiazzanti tra un numero e l’altro e canzoni brillanti accompagnate dalla solita tastiera che Valerio ha sempre con sé.

Dopo una gag che porta all’esasperazione l’uso dei cellulari durante lo spettacolo, Lundini si presenta sul palco con un paio di stampelle ed un tutore alla caviglia destra, riuscendo a spiegare con satira l’incidente avuto poco dopo l’inizio del tour cavalcando l’onda del cliché delle buche di Roma. Quasi non si capisce se sia parte di una gag. Poi arrivano i dialoghi dal finale inaspettato ma allo stesso tempo ordinario (la sua solita esasperazione dell’ovvio), la sua personale imitazione della stand-up comedy americana (condita da vari disguidi di tipo linguistico) e vari monologhi in cui racconta a suo modo delle sue esperienze passate a teatro, come quella volta in cui interpretò … in “Grease”.

Il tutto è spezzato da momenti in cui si rivolge direttamente al pubblico, trattando di temi come: il rapporto dei giovani con la Chiesa, o l’utilizzo svergognato delle parolacce nei confronti di un contesto che tende a vergognarsi o a censurare.

Per quanto riguarda la “gestione covid” lo staff non ha concesso nessun tipo di negligenza: ogni spettatore doveva esibire all’ingresso biglietto e green pass valido con carta d’identità, i posti -anche per i congiunti- sono stati assegnati con minimo un seggio di distanza e il pubblico è sempre stato guidato verso l’uscita dal personale addetto al fine di evitare assembramenti.

A spettacolo finito tutti sono sembrati soddisfatti, e noi siamo riusciti ad incontrarlo al ristorante dove ha cenato. Ci siamo trovati davanti ad un ragazzo educato e disponibile, un’altra persona rispetto a quella che era sul palco poco prima, che non cerca la battuta immediata -forse per conservare tutto il suo grande appeal umoristico per un grande pubblico-. Solo un selfie con un complimento per la riuscita dello spettacolo, per poi lasciarlo alla sua cena e alle sue momentanee stampelle.

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