6 settembre, le Olimpiadi di sangue

Erano i tempi della guerra fredda quando il mondo era spartito in due grandi fronti: quello Sovietico e quello dell’Occidente. La Germania, divisa tra Ovest, con capitale a Bonn, ed Est, con capitale Berlino, insieme alla Corea, divisa tra Nord e Sud, rappresentavano più che in altre parti del mondo la spaccatura politicoeconomica che eravamo costretti a vivere. In questa parentesi storica, durata mezzo secolo, l’umanità viveva con il peso della paura di una guerra nucleare che avrebbe spazzato via tutto quello che conoscevamo.

Nel 1972 si svolsero a Monaco le Olimpiadi e, come si sa, le Olimpiadi per tradizione sono terreno di pace, dove ogni contrasto reale o presunto tra le nazioni cessa di esistere e lascia spazio al gioco, allo sport, al confronto umano genuino e naturale. Tuttavia, ci sono parti del mondo che vivono la guerra tutti i giorni e che non fanno troppo caso a queste tradizioni. Il conflitto Israeliano-Palestinese, che continua ancora oggi, era uno di questi e inserito nello scenario ancora più ampio della guerra fredda, viveva momenti di grande violenza da ambo due le parti.

Il 6 settembre 1972 finì drammaticamente nella base aerea di Furstenfeldbruck il sequestro di nove atleti israeliani da parte di otto terroristi palestinesi, affiliati al gruppo Settembre Nero. Ma andiamo per ordine. Il 5 settembre alle quattro del mattino il commando di terroristi entrò senza tante difficoltà nel villaggio olimpico di Monaco. Gli otto fecero irruzione negli alloggi degli israeliani dove vennero immediatamente freddati due atleti che tentarono di opporre resistenza. I terroristi si misero in contatto con le forze dell’ordine con la quale iniziò una lunga trattativa. I terroristi chiedevano la liberazione di 234 detenuti palestinesi nelle carceri d’Israele e di tre aeroplani per fuggire al Cairo. Nel frattempo Tel Aviv viene avvertita dell’accaduto e dal canto suo chiarì  la sua posizione, nessuna trattativa. Le cose andarono nella maniera più disperata, i tedeschi lasciano intendere ai terroristi di aver accolto le loro richieste facendoli trasferire, con un elicottero, a Furstenfeldbruck. All’arrivo nella base aerea, i terroristi si accorsero della trappola messa in atto dalla polizia tedesca, cosi che iniziò una sparatoria durante la quale vennero assassinati i 9 atleti. 

 

    Questa voce è stata pubblicata in un giorno nella storia. Contrassegna il permalink.

    I commenti sono chiusi.