5 settembre: My Lai, una sete di giustizia non ancora siddisfatta.

Era il 5 settembre 1969 quando il tenente americano William Calley venne imputato con sei accuse di assassinio premeditato il massacro di My Lai.Guerra del Vietnam, una delle vergogne più grandi per gli Stati Uniti, per molto tempo, se non tutt’ora, dimenticata, ad onta dei civili che vennero massacrati, ma anche dei giovani americani che vennero mandati a morire in un Paese che, lasciato al suo destino e stremato dopo 30 anni di conflitto, ha ben presto trovato il modo di rialzarsi.16 marzo 1968,  My Lai, una delle quattro frazioni raggruppate nei pressi del villaggio di Song My, nella provincia di Quang Ngai a circa 840 chilometri a nord di Saigon. I soldati statunitensi della Compagnia Charlie, della 11a Brigata di Fanteria Leggera, agli ordini del tenente William Calley, uccisero 347 civili – principalmente vecchi, donne, bambini e neonati. I soldati si abbandonarono anche alla tortura e allo stupro degli abitanti. Vendetta, questo spinse gli americani a tale atrocità. Vendetta contro Vietnamiti colpevoli di essersi schierati con altri Vietnamiti, a scapito di alcuni soldati americani. 347 vittime: questo il bilancio di quest’atto crudele e folle. Un bilancio che sarebbe potuto essere anche peggiore se non fosse che un elicottero dell’esercito USA in ricognizione, che atterrò frapponendosi tra i soldati americani e i superstiti vietnamiti. Il pilota, sottufficiale Hugh Thompson Jr., affrontò i capi delle truppe americane e disse che avrebbe aperto il fuoco su di loro se non si fossero fermati.Mentre due membri dell’equipaggio dell’elicottero – Lawrence Colburn e Glenn Andreotta – puntavano le loro armi pesanti contro i soldati che avevano preso parte alle atrocità, Thompson diresse l’evacuazione del villaggio. I membri dell’equipaggio vennero accreditati di aver salvato almeno 11 vite. Esattamente trent’anni dopo, i tre vennero premiati con la Soldiers Medal, l’onorificenza più alta dell’esercito statunitense per atti di coraggio che non coinvolgono il contatto diretto col nemico. Il 17 marzo 1970 l’Esercito statunitense accusò 14 ufficiali per aver tenuto nascoste informazioni legate all’ incidente. Il Tenente William Calley venne dichiarato colpevole nel 1971 di omicidio premeditato per aver ordinato di sparare e venne condannato all’ergastolo, ma 2 giorni dopo, il Presidente Richard Nixon ordinò il suo rilascio dalla prigione. Calley scontò 3 anni e mezzo di arresti domiciliari in caserma a Fort Benning (Georgia) e venne mandato libero da un giudice federale. Oggi fa il gioielliere a Columbus, in Georgia. Calley sostenne che stava eseguendo gli ordini del suo capitano, Ernest Medina. Medina negò di aver dato quegli ordini e venne assolto.

 

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