Quando mamma e papà decidono il colore del fiocco.

di Michelle Crisantemi

“È maschio o femmina?” è una delle prime domande che i genitori in attesa di un bambino rivolgono al medico. Avere delle preferenze sul sesso del nascituro, è più che normale, ma quando il progresso tecnologico ti permette di poter fare concretamente qualcosa per decidere il sesso del bambino e quando ci sono politiche mirate al gender control, siamo quanto più distanti si possa essere dalla natura e dal naturale.Ci sono diversi fattori etnici e demografici che entrano in gioco quando si tratta della determinazione del sesso del nascituro: quante volte sentiamo dai ragazzi di oggi discorsi del tipo “io non so che farei se mi nascesse una figlia femmina, con tutte quelle che se ne sento in giro oggi giorno”. Gelosia, paura delle maggiori responsabilità che si pensa derivino dal crescere una figlia femmina piuttosto che un maschio (quando poi sa che le responsabilità in certe situazioni dovrebbero essere di entrambi), ma anche un vero e propria tendenza diffusa verso avere figli di un genere piuttosto che di un altro, tendenza che in alcuni Paesi sfocia in un vero e proprio squilibrio di genere. India e Cina sono i casi limite, dove il gender control è molto diffuso anche se ufficialmente illegale, “complice” la tecnologia e la diffusione della diagnosi prenatale. Si stima che in India in vent’anni ci siano stati 10 milioni di aborti di bambine, comportamento che ha portato la popolazione maschile a superare quella femminile, con una proporzione di 1.000 a 927. Stessa situazione per la Cina, con 118 uomini ogni 100 donne. Si stima che ben presto gli uomini in età di matrimonio faticheranno a trovare una compagna e si teme che questo porterà a un aumento dei crimini contro le donne e all’aumento della prostituzione. Anche nel mondo occidentale, tuttavia, sono molto diffusi metodi, dall’efficacia discutibile, per decidere il sesso del proprio bambino. Già nel 330 a.C Aristotele sosteneva che legare il testicolo sinistro nell’uomo durante l’atto sessuale avrebbe portato alla nascita di un figlio maschio. Un’altra credenza diffusa era quella riguardo all’influenza della posizione dei pianeti nel giorno del concepimento. Oggi giorno ci sono diversi metodi, dall’efficacia alquanto discutibile, per cercare di avere il fiocco del colore desiderato. “Siamo quello che mangiamo”, si dice spesso. Nulla di più vero secondo uno studio pubblicato sulla Royal Society B: Biological Sciences,che dimostrerebbe come l’alimentazione di entrambi i genitori può determinare il sesso del nascituro. Infatti, sembrerebbe che i gameti dei cromosomi Y prosperino in un ambiente alcalino, mentre i gameti dei cromosomi X preferiscono un ambiente acido. Cara mamma, se vuoi una bella bambina quindi mangia tante verdure e tanto pesce, ma se vuoi un bel maschietto, dieta a base di uova e carne! Ma passiamo ora all’ABC, ossia ai comportamenti sessuali. A quanto pare, anche la scelta delle posizioni durante l’atto può influenzare il sesso del bambino. Sembrerebbe essenziale quindi una penetrazione profonda se si vuole un maschietto, una poco profonda per una femminuccia. Sempre secondo i numerosi siti a riguardo che si possono trovare in internet, i cromosomi X sono più abbondanti nello sperma rispetto ai cromosomi Y, vivrebbero più a lungo, ma sarebbero più lenti. Una penetrazione poco profonda darebbe quindi ai cromosomi Y il “vantaggio” giusto per giungere primi al traguardo. Non solo come, ma anche il quando è importante. Per aumentare le possibilità di avere un maschio, infatti, non bisogna fare sesso prima delle 24 ore antecedenti all’ovulazione e dopo 12 ore da essa. Oltre questi discutibili, e anche un po’ simpatici, metodi di gender control, c’è poi quello più scientifico, il PGH (Preimplantation Genetic Haplotyping) che utilizzando la fecondazione in vitro permette di scegliere non solo il sesso del bambino, ma anche di modificare i geni responsabili di alcune malattie, qualora presenti. Questa tecnica è efficace quasi al 100% ed è, per motivi etici e religiosi, discussa e illegale in molti Paesi. Ciò che non molti sanno è che l’inclinazione a preferire un figlio maschio rispetto a una femmina è un fenomeno molto diffuso nel Paesi occidentali, e oltre che in Cina e in India, sfocia in comportamenti anormali in Paesi quali Svizzera, Irlanda e Portogallo.

 

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