La calda estate ternana, tra roghi e polemiche.

di Michelle Crisantemi.

Siccità, temperature di quattro gradi sopra la media e incendi che devastano tutta la penisola: mai estate fu così calda nel bel Paese, almeno da molti anni. Soltanto nella giornata di ieri si sono sviluppati 22 incendi in tutto il territorio nazionale. Anche il ternano continua a bruciare: numerosi sono stati gli incendi nelle ultime due settimane. Le zone colpite sono state quelle tra Acquasparta e Spoleto, di Cecalocco e Battiferro, della Romita, di San Vito di Narni, di Collerolletta, di Villa Palma, di Via del Centenario. Numerosi sono stati anche i roghi accesi sul raccordo super stradale: l’ultimo ieri, quando ha preso fuoco l’uscita terni ovest, in direzione del centro. E se dietro questi incendi c’è il sospetto, – molto più di un sospetto- della mano dell’uomo, c’è anche da chiedersi se ci sia una relazione tra l’aumento degli incendi nella nostra provincia con la drastica diminuzione dei fondi destinati al servizio di sorveglianza per la prevenzione degli incendi boschivi .Affianco alla comunità montana, infatti, ci sono le associazioni di volontari ad occuparsi in estate del servizio antincendio. Scarso preavviso e dimezzamento dei compensi da parte della Regione:queste le motivazioni che hanno spinto alcune associazioni a non svolgere questo servizio di vigilanza quest’anno, per la prima volta da diversi anni.Si tratta di servizi che richiedono diverso tempo, normalmente effettuati nelle ore più calde della giornata. Il pagamento di questo servizio di vigilanza varia in base ai km controllati, il più delle volte servendosi della propria autovettura personale.Il volontariato si sa, nasce da cuore, e può essere soltanto una forte passione a spingere questi volontari a occupare le ore non lavorative per attività di cui beneficia l’intera comunità. Spesso però la scarsa organizzazione e collaborazione con gli enti e le istituzioni locali non permette ai membri delle associazioni di volontariati di svolgere questa attività con la massima serenità ed efficienza. Molti sono i racconti dei cittadini residenti nei pressi delle zone colpite dagli incendi che sostengono di aver visto auto e scooter sospetti nei pressi delle aree in questione. Al di là dell’attendibilità di queste testimonianze che gli inquirenti stanno verificando, c’è da chiedersi se alcuni di questi incendi si sarebbero potuti evitare non tagliando i fondi destinati al servizio antincendio. Uno dei roghi di ieri, quello in via del Centenario, ha riguardato proprio un’area dove sono situate strutture destinate alla protezione civile. Sono queste zone, quelle in prima periferia o comunque a ridosso del centro, come Villa Palma, Collerolletta e la Romita, dove senza dubbio un’attenta vigilanza avrebbe potuto ridurre significativamente il rischio d’incendi dietro i quali sembra sempre più probabile che si celi, per dolo o per colpa, la mano dell’uomo.Intanto l’aria di Terni, già abbastanza irrespirabile, torna a riempirsi di quell’odore acre di fumo, e il rumore dei canadair che fanno avanti e indietro tra gli incendi e le fonti di acqua, come il lago di Piediluco, sta diventando ormai tristemente familiare ai ternani.

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