TUTTO QUELLO CHE VUOI

di Arnaldo Casali

Ecco uno di quei film che fa esclamare “Viva il cinema italiano!” a chi ultimamente lo evita quanto più possibile, stanco delle solite commedie con i soliti attori e dei pipponi pseudoautoriali.

Ecco un film necessario. Che racconta il rapporto tra giovani e anziani senza retorica, che narra la “redenzione” di un teppistello attraverso il lavoro – come badante – di un vecchio poeta senza troppa prevedibilità. Che parla di poesia senza essere stucchevole, di amore e di amicizia senza essere banale.

Un piccolo miracolo, insomma, reso possibile anche grazie a due interpreti in stato di grazia: il giovanotto romanaccio Andrea Carpenzano, che pare proprio tuo cugino, e lo straordinario Giuliano Montaldo di nuovo attore 12 anni dopo “Il Caimano”.

Chi conosce personalmente il grande regista autore dei film su Giordano Bruno, Sacco e Vanzetti e Marco Polo, sa quale miniera di affabulazioni rappresenti. Certo nessuno meglio di lui può interpretare il vecchio pieno di racconti e di poesia.

Io ho avuto la fortuna di passare ore ad intervistarlo e devo ammettere che Giuliano Montaldo è una figura molto più affascinante del poeta rincoglionito che interpreta nel film, a cui – pure – ha dato molto di sé stesso (persino la donna amata – in un delizioso cammeo). D’altra parte è un peccato che il cinema lo abbia usato così poco come interprete, perché Montaldo nasce, effettivamente, come attore, ed è ancora un attore straordinario.

Ammetto anche di essere stato sedotto dai luoghi: il film è in gran parte ambientato a Trastevere, di fronte all’ufficio in cui ho lavorato per tre anni, e il ritrovo dei protagonisti è il bar dove prendo il caffè, quindi sono un po’ di parte.

D’altra parte non che manchino sbavature, in questo bel film: qualche stereotipo di troppo (l’amico ciccione che pensa sempre a mangiare sembra uscito dai Goonies), qualche battuta banalotta (“Francesco Totti? E’ un giovane di cui sentiremo parlare”), la divisione manichea tra buoni e cattivi (gli spacciatori fascistelli volgari e nullafacenti, la “zecchetta” che studia all’università, fa la barista e occupa il cinema America, interpretata dalla bravissima Carolina Pavone).

Ma i meriti principali di Bruni sono l’essere profondamente sincero (non a caso la trama è ispirata ad una storia vera e il personaggio di Montaldo è ricalcato su quello di suo padre) e riuscire a mescolare i generi: si apre come un’opera post-neorealista alla Romanzo Criminale, diventa un dramma-commedia interculturale alla Quasi Amici, poi all’improvviso si trasforma in un’avventura on the road alla ricerca di un misterioso tesoro, per deviare poi sul romanzo di formazione quasi alla Stand by me.

E così ridi, ti commuovi e ti lasci sedurre.

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