PAPALE PAPABILE

ANGELO SCOLA
di Lecco, classe 1941
Figlio di un camionista e una casalinga e fratello del sindaco di Malgrate (il paese dove è nato), a 17 anni conosce don Luigi Giussani e diventa subito un dirigente della futura Comunione e Liberazione.
A 26 anni entra in seminario a Milano, ma viene allontanato proprio per la sua vicinanza a CL e – su consiglio dello stesso Giussani – approda a Teramo, dove viene ordinato prete nel 1970, per girare poi il mondo come esponente di spicco di Comunione e Liberazione e collaborare in più occasioni con il cardinale Ratzinger. Amico di Formigoni e Buttiglione, nel 1979 tiene una lezione privata di antropologia a Berlusconi, Dell’Utri e Confalonieri.
Nel 1991 viene nominato vescovo di Grosseto, nel 1995 diventa Rettore della Pontificia Università Lateranense, nel 2002 Patriarca di Venezia e nel 2003 Giovanni Paolo II lo crea cardinale.
Nel 2004 fonda il centro di ricerca Oasis per promuovere il dialogo tra il mondo cristiano e quello islamico. Nel 2010 in un intervento al Meeting di Rimini attacca i “moralisti” ed elogia Renato Farina, giornalista spia dei Servizi Segreti, che – tra l’altro – in un editoriale ha invocato la morte per i collaboratori di Bin Laden.
Mel 2011 Benedetto XVI lo nomina arcivescovo di Milano: un trasferimento senza precedenti (mai un patriarca di Venezia era stato spostato a Milano) e giudicato inopportuno per l’egemonia di Comunione e Liberazione venutasi a creare in terra ambrosiana, quartier generale del movimento fondato da Giussani e feudo del ciellino Roberto Formigoni, da 18 anni presidente della Regione Lombardia.
L’insolita nomina di Scola a Milano (diocesi reduce dagli iper-progressisti e ostili a CL Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi) viene anche vista, da alcuni, come una risposta all’elezione di un sindaco proveniente dall’estrema sinistra come Giuliano Pisapia, dopo decenni di giunte guidate da Lega e Forza Italia.
Era considerato tra i papabili già al Conclave del 2005 (tre papi nell’ultimo secolo sono arrivati da Venezia: Pio X, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I. Non potrà succedere, invece, nel 2013, visto che l’attuale patriarca Moraglia non è ancora cardinale).
Oggi è il primo dei papabili, sia in quanto arcivescovo di Milano (come Pio XI e Paolo VI) sia perché erede designato da Benedetto XVI. Una designazione compiuta proprio attraverso quell’insolita promozione.
D’altra parte, nell’ultimo secolo è successo tre volte che il “delfino” del Papa sia diventato il suo successore (Pio XI – Pio XII, Giovanni XXIII – Paolo VI, Giovanni Paolo II – Benedetto XVI), mentre due volte il Conclave ha cambiato radicalmente strada rispetto a quella tracciata dal papa defunto (hanno mancato l’elezione Siri, delfino di Pio XII e Benelli, erede di Paolo VI)

ANGELO BAGNASCO
Genovese, classe 1943.
Fedelissimo del cardinale Giuseppe Siri (leader dei vescovi conservatori per più di trent’anni e delfino di Pio XII, entrato papa e uscito cardinale da ben 4 conclavi), è stato vescovo di Pesaro dal 1998 al 2003 e Ordinario militare per l’Italia dal 2003 al 2006: è stato, cioè generale dei cappellani militari, nominato insieme da Vaticano e dal Governo italiano, con grado e stipendio da generale e stellette sulla veste talare.
Nel 2006 è stato nominato arcivescovo di Genova in sostituzione di Tarciso Bertone (divenuto segretario di Stato).
Quando, dopo il trasferimento a Genova, un prete suo coetaneo e suo ex compagno di seminario è andato a salutarlo dandogli come sempre del tu, lo ha ripreso dicendogli: “Adesso sono il tuo vescovo, e devi darmi del lei!”.
Nel 2007 è stato nominato da papa Benedetto XVI cardinale e presidente della Conferenza Episcopale Italiana in sostituzione di Camillo Ruini. (L’Italia è l’unico paese al mondo dove il presidente della Conferenza episcopale non viene eletto democraticamente ma nominato dal papa).
Dal 2011 è vicepresidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (presidente è l’ungherese Péter Erdő).
Il prestigio internazionale di cui gode ne fa uno degli italiani papabili.

JEAN-LOUIS PIERRE TAURAN
francese, classe 1943
Dal balcone della basilica di San Pietro, dopo la fumata bianca, ci si affaccerà comunque. Se non sarà il primo a farlo, allora sapremo subito che è proprio lui il nuovo papa. Cardinale proto-diacono, ha infatti quest’anno l’incarico di pronunciare il celebre “Habemus papam”.
Nato a Bordeaux e ordinato prete nel 1969, lavora a lungo nella diplomazia vaticana e nel 1991 viene ordinato vescovo da Giovanni Paolo II e nel 2003 cardinale.
Svolge un ruolo centrale durante la guerra in Iraq, che definisce “un crimine contro la pace e una violazione della Convenzione di Ginevra”.Successivamente dichiara che paradossalmente i cristiani erano più tutelati durante il regime di Saddam Hussein.
Dal 2007 è presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo inter-religioso.
A suo favore depongono l’esperienza in Curia e il prestigio internazionale, a sfavore la totale mancanza di esperienza pastorale.
Se Nanni Moretti è davvero profetico, allora potrebbe essere lui il prossimo papa, visto che in “Habemus papam” prefigurava un pontefice francese come – peraltro – anche “Qua la mano” di Pasquale Festa Campanile, del 1980, con Enrico Montesano.

GIUSEPPE BETORI
umbro, classe 1947
Nessuno lo mette tra i papabili. Ma Dio è dalla sua parte, e non è escluso che il Conclave si adegui.
Nato a Foligno il 25 febbraio (Pesci) è allievo di Carlo Maria Martini e viene ordinato prete nel 1970. Ricopre vari incarichi nella Conferenza Episcopale italiana, tra cui quello di Direttore dell’Ufficio catechistico nazionale e organizzatore della Giornata Mondiale della Gioventù di Roma.
Nel 2001 senza essere vescovo viene nominato – caso più unico che raro – Segretario della CEI, succedendo al conterraneo Ennio Antonelli (di Todi) chiamato a Firenze e che lo ordina vescovo.
Un grave malore lo ferma per molto tempo e sembra destinato a compromettere la sua attività pastorale, ma Betori lo supera completamente e nel 2008 viene chiamato a succedere allo stesso Antonelli come arcivescovo di Firenze.
La presenza in concistoro di altri due arcivescovi di Firenze (Piovanelli – divenuto emerito nel 2002 e Antonelli, trasferito al Pontificio Consiglio per la famiglia mantenendo la sede titolare di Firenze) gli impediscono di accedere alla porpora cardinalizia per ben quattro anni dopo la nomina.
Il 4 novembre 2011 subisce un attentato da cui si salva miracolosamente: uno sconosciuto gli spara e ferisce il suo segretario personale.
Nel 2012 viene finalmente creato cardinale da Benedetto XVI.
In Conclave rappresenta l’Umbria insieme allo stesso Antonelli.

GIANFRANCO RAVASI
Presidente del Pontificio Consiglio per la cultura
Milanese, classe 1942. Discepolo di Carlo Maria Martini, biblista di fama internazionale, molto popolare per la sua attività giornalistica e televisiva, una decina di anni fa mancò la nomina a vescovo di Assisi. Nomina bloccata, pare, dal suo cardinale Tettamanzi. Con l’ascesa di Ratzinger si è preso la rivincita con gli interessi, diventando direttamente ministro vaticano e cardinale.
L’anno scorso ha mancato un’altra occasione quando dopo le dimissioni di Tettamanzi, il Papa ha mandato Scola a Milano anziché lui. Chissà che non si prenda la seconda rivincita. Di fatto c’è soprattutto un elemento a suo totale sfavore: non ha mai fatto il vescovo.

TIMOTHY DOLAN
Arcivescovo di New York
Americano, classe 1950, è presidente dei vescovi americani, ma ha dovuto aspettare tre anni la porpora, ricevendola appena un anno fa. In questi giorni si è fatto notare soprattutto per lil suo umorismo: già leggendaria la risposta a chi lo vede Papa: “Chi mi dà per favorito ha fumato marijunana”

PETER TURKSON
Presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace
Ghanese, classe 1948, sarebbe l’atteso “papa nero”. Ma non il primo papa africano, visto che nella storia ce ne sono stati tanti, a partire da san Vittore, morto nel 199. Ex primate del Ghana, è cardinale dal 2003. Difficile che centri la nomina: la chiesa africana è considerata ancora troppo immatura per accedere al pontificato, e forse le sue dichiarazioni un po’ ingenue sulla sua possibile elezione lo hanno confermato. E’ connazoinale dell’ex segretario dell’Onu e premio Nobel per la pace Kofi Annan.
Altri possibli “papi neri” sono POLYCARP PENGO della Tanzania, il nigeriano JOHN OLORUNFEMI ONAIYKEAN e il kenyota JOHN NUJE, che ha invece radici comuni a Barak Obama.

JORGE MARIO BERGOGLIO
Arcivescovo di Buenos Aires
Classe 1936, l’argentino è decisamente troppo in là con gli anni per aspirare al Papato, ma nel 2005 fu considerato l’unica vera alternativa a Ratzinger. E non è detto che non si prenda la rivincita.
Un destino analogo a quello dell’austriaco CRISTOPH SCHONBORN. Dato per papabile del 2005, non ebbe in realtà alcuna chance. Lo danno per papabile anche quest’anno; probabilmente solo i giornali.

LUIS ANTONIO TAGLE
Arcivescovo di Manila
Classe 1957, è il secondo cardinale più giovane del Conclave e appartiene all’ultima “infornata” del novembre 2012, con cui Benedetto XVI ha voluto riequilibrare il Conclave dando rappresentanza a tutte le regioni del mondo, probabilmente proprio in vista delle imminenti dimissioni.
Simpatico, spiritoso, a capo della vivacissima chiesa filippina e con una madre cinese, appare l’uomo giusto al momento giusto, un po’ come era stato Wojtyla nel ’78. Due elementi depongono però a suo sfavore: troppo giovane (con meno di 56 anni batterebbe anche Wojtyla, eletto a 58) e il fatto di arrivare da una chiesa vivace ma considerata ancora immatura, come quella asiatica.

MARC OUELLET
Prefetto della Congregazione dei vescovi
E’ uno dei nomi inspiegabilmente presenti in tutte le liste dei papabili, un po’ come LEONARDO SANDRI. In realtà niente , a parte i prestigiosi incarichi che ricoprono, depone a loro favore. Potrebbe avere più chance OSCAR RODRIGUEZ MARADIAGA, anch’egli già dato per papabile nel 2005.

 

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