CYRANO, MON AMOUR!

di Arnaldo Casali

Un film scritto da un autore teatrale che racconta la storia vera – anche se molto romanzata – di un autore teatrale  che realizza un’opera che racconta la storia vera – anche se molto romanzata – di un autore teatrale.


Edmond del giovane geniaccio parigino Alexis Michalik (tradotto – si fa per dire – in italiano nel più didascalico Cyrano, mon amour) è un “metacapolavoro” imperdibile. E’ tutto ciò per cui si dovrebbe fare cinema e si dovrebbe andare al cinema (con tutto il rispetto per gli Avengers, che sembrano aver fatto scoprire la sala cinematografica a chi fino a pochi giorni fa ne ignorava del tutto l’esistenza).
La genesi di un capolavoro è sempre uno spunto interessante (penso a Celluloide dedicato alla realizzazione di Roma città aperta, a Hitchcock su Psycho o a L’ombra del vampiro su Nosferatu) ma è difficile che quello che ne esca sia un capolavoro all’altezza di quello a cui rende omaggio.
E invece sì: se il film su Cyrano de Bergerac non è all’altezza di Cyrano de Bergerac, poco ci manca.
Perché il debutto cinematografico di questo attore, regista e commediografo teatrale (che si ritaglia il ruolo di George Feydeau, grande rivale di Rostand, e che ha curiosamente proprio l’età – 36 anni – alla quale morì Cyrano) ha davvero tutti gli ingredienti del capolavoro: si ride tanto e si piange tanto grazie a una storia vera raccontata con poesia, romanticismo ed umorismo, attori in stato di grazia, scenografie e costumi incantevoli: è una mirabile opera cinematografica e al tempo stesso uno struggente e sincero atto d’amore verso il teatro: e non a caso è tratto da un’opera teatrale scritta dallo stesso regista.

Come ogni capolavoro, è un film che può essere letto in mille modi diversi: un tributo alla bélle epoque, una riflessione sulla creazione artistica in cui non mancano riferimenti al razzismo e comparsate illustri come i fratelli Lumiére, Checov, Méllies e Sarah Bernhardt.

La storia vede protagonista Edmond Rostand alle prese nel 1897 con la realizzazione di Cyrano de Bergerac,  scritto per il grande attore Costantin Coquelin, e ispirato alla vita dello scrittore – contemporaneo di Moliére –  considerato il precursore della letteratura di fantascienza.
Un meta teatro che diventa anche meta cinema in un incanto di un’ora e cinquantadue minuti senza un secondo in cui si perda il ritmo o cada la tensione, senza una battuta di troppo o un’inquadratura superflua.

Ma come tutti i capolavori, Cyrano, mon amour parla di tantissime cose e si presta a molteplici letture:  tra le tantissime, è anche un’interessante riflessione sull’amore: l’amore vero, quello che ti sostiene nella vita quotidiana – che Edmond prova per la moglie – e l’amore romantico, quello che ti serve a creare un’opera d’arte, rappresentato da Jehanne, la ragazza che ispira il personaggio di Roxanne: un’attrice realmente esistita (è stata musa e moglie di George Mélies, e compare anche in Hugo Cabret di Scorsese) ma che nella realtà non ha avuto niente a che fare con Rostand.

E’ un film così bello, Cyrano, mon amour, che varrebbe la pena di essere visto anche solo per i titoli di coda, che mostrano tutte le più grandi interpretazioni di Cyrano de Bergerac: da quella dello stesso Coquelin, portata al cinema nel 1900 con un cortometraggio sonoro (ebbene sì! Primo esperimento in assoluto, quando ancora non esistevano nemmeno i dischi) fino a quella di Gerard Depardieu del 1990.

Un film che  ti rende felice di essere andato al cinema e ti fa venire voglia di andare a teatro. E se poi a teatro l’hai fatto, non puoi che sfornare lacrimoni a profusione rivivendo tutta la tensione, l’energia, la paura, gli imprevisti, il terrore di fare fiasco e il calore degli applausi.

Sipario. Lacrime. Gioia.

Viva Cyrano! Viva Edmond! Viva Alexis!


CYRANO DE BERGERAC

Savinien de Cyrano fu commediografo, poeta e spadaccino; nacque nel 1619 a Parigi da Abel de Cyrano e da Esperance Bellanger. Dopo aver studiato nel collegio di Dormans-Beouvais, aggiunse al suo cognome quello del feudo che il padre aveva ereditato e poi venduto: Bergerac.

Nel 1639 si arruolò con l’amico Lebret nella compagnia delle guardie e fu soprannominato “demonio della bravura2 per la sua abilità con la spada. Frequento taverne e letterati, tra cui forse Moliére. Scrisse L’autre Monde ou les Etats et Empires de la Lune, in cui mette in dubbio l’immortalità dell’anima e la Provvedienza, e anticipa l’arostato e i viaggi lunari. Scrisse una trageida, Le mort d’Agrippine, che andò in scena nel 1653. Morì il 28 luglio 1655 per una ferita causata da una trave cadutagli sulla testa.

Nel 1897 Edmond Rostand (commediografo nato nel 1868, autore tra l’altro di La princesse lontaine e La Samaritaine) scrisse Cyrano de Bergerac, commedia eroica in cinque atti in versi alessandrini, che riprende la vicenda reale di Cyrano, anche se in modo libero e romanzato.

La commedia si apre con una serata a teatro a palazzo Borgogna, dove l’attore Monftleury si accinge a recitare una favola pastorale, ma viene bloccato da Cyrano, che mostra subito i lsuo vero carattere. Egli odia i cattivi attori, no sopporta che si noti il suo enorme naso di cui si vergogna, nello stesso tempo si mostra eccellente spadaccino e poeta (improvvisa una ballata battendosi in duello) e rivela un forte senso dell’umorismo quando prende in giro il proprio naso in un alunga tirata, sottolineando però che solo lui può farlo; quando gli chiedono se ha un protettore, risponde di avere una “protettrice”: la sua spada.

Egli ama una donna, Maddalena Robin detta rossana, che non consoce il suo amore e che è innamorata a sua volta di un giovane bello ma sciocco: Cristiano. Quando rossana chiede a Cyrano di aiutarla perché Cristiano conosca il suo amroe, e lo prega inoltre di proteggerlo, Cyrano accetta.

Egli aiuterà Cristiano scrivendo al suo posto le lettera d’amore a Rossana. Inmq uesto modo egli può esprimere, e nello stesso tempo nascondere il proprio amore; così Cristiano diventa la bellezza di Cyrano, e Cyrano diventa il cuore e lo spirito di Cyrano.
Quando però Cyrano si rende conto che Rossana, pur non sapendolo, in realtà è innamorata di Cyrano e non di lui (gli rivela infatti che ormai ama a tal punto il suo spirito e la sua anima, che lo amerebbe anche se fosse brutto) si taglia fuori dalla situazione e si lascia uccidere in battaglia. Per rispetto alal memoria dell’amico, Cyrano non rivela la verità a Rossana per quindici anni, fino a pochiattimi prima della morte.

Perché Cyrano aiuto Cristiano?
Si possono dare diverse interpretazioni del suo gesto.
Certo non lo fa per amicizia (quella arriva solo più tardi); forse pe run amore così grande da spingerlo ad anteporre la felicità di Rossana alla propria; forse anche per una specie di orgoglio, poiché per non esporsi al rischio di essere rifiutato e magari compianto, preferisce rifiutare a se stesso in anticipo la possibilità dell’amore.

Così Cyrano favorisce l’amore tra Rossana e Cristiano provando insieme uns enso di tristezza prossima alla disperazione e una psiecie di orgoglioso compiaqcimento.
Questa storia d’amore, anche se indiretta, coni l passare del tempo diventa smepre più “sua”, ed egli sente che Rossana inconspaevolmente sta innamorandosi di lui.

La prima teatrale di Cyrano de Bergerac fu rappresentata a Parigi, al Theatre de la Porte Saint Martin il 28 dicembre 1897; ad interpretare Cyrano fu Benoit Costant Coquelin, un attore di grande celebrità e prestigio che aveva esordito diciannovenne in un’opera di Molière.

Più o meno nello stesso periodo dell’anno (21-22 dicembre) di quasi un secolo dopo (1992), Cyrano è arrivato a Terni, diretto da Mario Sciaccaluga e interpretato da Franco Branciaroli.
Il testo segue fedelmente la versione italiana di Mario Giobbe. Molto buone le interpretazioni di tutti gli attori, non molto noti (personalmente l’unico che ho riconsociuto è stato l’interprete del cuoco-poeta Ragueneau, che aveva lavorato con Paolo Villaggio in Fantozzi contro tutti).
Le scenografie sono realistiche ed essenziali nella maggior parte delle scenek più dettagliate nella prima, un interessante esempio di “teatro nel teatro”. Originale la trovata di porre lo spettatore “dietro le quinte” in modo da poter utilizzare meglio il palcoscenico.

Fra le varie trapsosizioni cinematogafiche dell’opera di Rostand – tra le quali anche un adattamento moderno, Roxanne con Steve Martin – c’è ne una di cui è necessario parlare, quella del regista Jean-Paul Rappenaou con Gérard Depardieu nel ruolo di protagonista).

Cyrano de Bergerac oltre ad aver vinto 10 Céesar (l’Oscar francese) e un Felix (Oscar europeo) è riuscito ad aver eun grande successo anche negli Stati Uniti,c osa molto difficile per un film europeo (anche perché , no essendo doppiati ma sottotitolati, i film europei in America sono riservati ai cinefili), tanto da ottenere nel ’91 ben 5 nomination all’OScar (miglior trucco, migliori costumi, migliore direzione artistica, miglior film straniero e migliore attore protagonista) e una vittoria: quella di Franca Squarciapino per i costumi.

La differenza più evidente tra la rappresentazione teatralie e quella cinematografica è il movimento. Il regista, avendo naturlamente più possibilità di far muovere i perosnaggi e cambiare le scene, ne appriftta: il suo Cyrano in alcuni momenti risulta quasi frenetico, come se dovesse rifarsi della troppa staticità della versione teatrale. La taduzione in versi italiani, per il film, è stata affidata a Oreste Lionello, noto al pubblico con spettacoli di satira politica (come Biberon  e Crém Caramel) e come doppiatore (è la voce di Woody Allen).

Questo film ha furttato a Gérard Depardieu, senza dubbio l’attore francese più bravo e famoso, un César e una nomiation all’oscar, entrmabi meritatissimi. Interpretando Cyrano egli sottolinea i suoi mille aspetti (romantico, arroagante, altruista, triste, spavaldo ecc) e le sue contraddizioni.

Depardieu è nato il 27 dicembre 1948 a Chateauroux e ha debuttato come attore cinematografico nel 1970.  Tra i suoi film più importanti Novecento di Bertolucci, Jessy d’Arnaud di Hameaux, Tutte le mattine del mondo di Corneau e Green Card di Peter Weir, il suo primo film in lingua inglese. Attualmente sta girando un film con Godard in cui interpreta Zeus. Il suo ultimo film è 1492. La conquista del paradiso di Ridley Scott (con Sigurney Weaver) in cui interpreta la parte di Cristoforo Colombo.

(Arnaldo Casali, tratto dal numero 1 di Murales, rivista del Liceo Scientifico Donatelli di Terni, marzo 1993)

 

 

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