Papa Francesco e l’invasione islamica

di Arnaldo Casali

Da un paio di giorni sto scambiando commenti su un post di un amico (di cui ometto il nome per suo decoro) in cui si amplificano le parole di Magdi Ex Cristiano Allam (ha rinnegato ufficialmente la Chiesa Cattolica ormai da sei anni) in cui si attacca ferocemente papa Francesco, colpevole di favorire l’invasione islamica invitando ad accogliere gli immigrati, oltre che di non essersi abbastanza indignato per la strage dei cristiani in Sri Lanka. Insomma il Papa anziché concentrarsi sui cristiani perseguitati, si preoccupa anche dei disperati di fede islamica.

Se è semplicemente vergognoso mettere vittime contro vittime (è anche in corso una “guerra social” tra i morti della moschea in Nuova Zelanda e quelli delle chiese in Sri Lanka) è grottesco che il papa venga giudicato colpevole di pensare all’umanità anziché fare il capo di una lobby, visto che notoriamente Cristo non è stato il fondatore di un partito cristiano e la sua preoccupazione non è stata certo quella di discriminare gli esseri umani in base al credo religioso. Basti pensare al suo atteggiamenti nei confronti di ebrei, pagani e samaritani.

Vale la pena quindi di ricordare che Cristo non ha mai guidato una “guerra santa” nonostante il suo popolo e la sua religione fossero oppressi da un invasore.

Ebbene stamattina, ho ricevuto questo commento, il cui autore – ancora una volta, per suo decoro – evito di nominare:

“Il problemino è che la guerra santa la stanno facendo LORO. 
Non con il terrorismo (che pure esiste) ma invadendoci e imponendoci i loro usi, le loro tradizioni, le loro leggi liberticide. Il loro programma è chiaro: diventare maggioranza. Facendo 5 figli di media, ci riusciranno entro trent’anni.
E purtroppo non saranno le prostrazioni di Bergoglio a rabbonirli. Anzi, si convincono ancora di più della nostra debolezza.
Quindi la retorica sui migranti è ridicola, oltre che falsa perché non sono né profughi né affamati, ma sono palestrati con lo smartphone. E tra l’altro hanno pagato 3000 dollari agli scafisti per inscenare la commedia dei naufragi volontari dei gommoni bucati.
C’è un grande disegno e una grande regia sull’invasione dell’Europa”.

Per quanto possa sembrare a molti un lungo delirio composto da ignoranza, pregiudizi, razzismo e paranoie, purtroppo questo è quello che molti italiani pensano davvero, aizzati anche da alcuni politici e – ahimè – diversi giornalisti.

Vale la pena quindi di chiarire un po’ di cose:

Non esiste nessuna invasione islamica pianificata, anche perché non esiste alcun “islam”. A differenza del cristianesimo (egemonizzato dalla Chiesa Cattolica, a capo della quale c’è il Papa), nella religione di Maometto non esiste un gruppo di potere che possa in qualche modo pianificare strategie, decidere invasioni. L’islam – come la chiesa cristiana ortodossa – è una religione “nazionale”, che fa riferimento dunque ai capi politici dei vari paesi islamici, e che tra loro spesso sono in guerra. Lo stesso Isis nasce sostanzialmente come stato islamico di Siria e Iraq: il terrorismo islamico è originato sempre dalle politiche e dalle guerre dei paesi occidentali nei paesi islamici: non c’è mai stata, nella Storia, un tentativo dei fedeli musulmani di “invadere” l’Europa. Nel medioevo è avvenuto invece il contrario: e cioè l’invasione cristiana dei paesi islamici per liberare la Palestina.

La retorica anti-islamica di solito fa riferimento alla guerra dell’Europa cristiana contro l’impero ottomano. Dimenticando di specificare che quello ottomano era un impero di religione islamica, non l’islam tout-court. Ed era un islam turco in guerra contro gli stati islamici arabi, che sono state le prime vittime della sua conquista, e che si sono poi alleati con quella stessa Europa cristiana per liberarsene. Salvo prendere fregature: basti pensare che l’Inghilterra in ambio dell’aiuto durante la Prima Guerra Mondiale, aveva promesso agli arabi che, una volta cacciati i turchi, la Palestina sarebbe diventata uno stato islamico, salvo poi darlo agli ebrei.

I musulmani fanno cinque figli non per “invadere” un paese, ma perché la religione islamica – così come quella cristiana – incoraggia la procreazione. Solo che i cristiani occidentalizzati se ne fregano, della religione. E la stessa cosa faranno i musulmani occidentalizzati. Quindi, sì, è possibile che in futuro la maggioranza degli italiani sia di fede islamica. Ma 1) Questo non lo puoi impedire in alcun modo. 2) Non sarà l’occidente a islamizzarsi, ma l’islam a occidentalizzarsi.

E’ successa la stessa cosa duemila anni fa, quando l’occidente pagano è stato “invaso” dai cristiani. In quale misura la cultura romana è stata distrutta? No al divorzio e forse un po’ meno orgie: per il resto mi pare che la cultura pagana è rimasta intatta. E lo resterà anche quando la maggioranza sarà islamica.
Quello degli usi e tradizioni e leggi liberticide che ci verranno imposte è una puttanata colossale. Quelle leggi e tradizioni che vengono attribuite all’islam, in realtà sono dei paesi islamici: e tra islam e paese islamico c’è una grossa differenza. Oggi l’islam è diffuso soprattutto il paesi del terzo e quarto mondo: quelle tradizioni fanno parte di una cultura arretrata, non dell’islam, e nessuno le imporrà in Italia.

Ricordiamolo ancora una volta: nei paesi islamici è il capo politico ad avere il potere religioso, non il capo religioso ad avere potere religioso.

Quindi, in un’Italia totalmente islamizzata, sarà il Salvini di turno (che si dichiarerà, ovviamente, musulmano fervente come oggi si dichiara cattolico) a decidere come si prega in moschea, non l’imam di turno a diventare presidente del consiglio.

L’unico paese islamico dove il clero ha un potere politico è l’Iran, che è però anche l’unico paese importante ad essere sciita (mentre quasi tutto il resto del mondo è sunnita) e anche il paese islamico più avanzato sotto il profilo dei diritti civili.

Approfittiamone per ricordare che i musulmani italiani non si sono mai lamentati del crocifisso: a chiederlo di toglierlo dai luoghi pubblici sono sempre gli i laici e noi lo attribuiamo ai musulmani tanto per avere qualche scusa per aggredirli.

“La nostra debolezza” dice il nostro amico. Ma quale debolezza? Non siamo in guerra e non dobbiamo mostrare né forza né debolezza: semplicemente fare le cose giuste.

E veniamo ai profughi.

Innanzitutto è demenziale l’associazione tra musulmani e profughi. Il fatto che molti di quelli che sbarcano in Italia provengano da paesi islamici non giustifica questa idiozia: gli stessi nigeriani, ad esempio, sono musulmani, ma anche cattolici e protestanti.

Quanto ai palestrati con lo smartphone: primo, questa gente non scende dagli alberi della savana: essere poveri non significa non avere NIENTE: significa STARE MALE. Yaguine e Fodè, i due bambini guineiani morti nel 1999 mentre cercavano di raggiungere Bruxelles per portare una lettera “ai governatori d’Europa”, in quella lettera spiegavano che quello che manca in Africa non è il cibo ma l’istruzione.
Quindi, sì: un disperato che cerca una vita migliore in Europa non solo può avere uno smartphone (si trovano a 40 euro) ma deve averlo, perché senza un telefono non potrebbe comunicare con nessuno, quindi nemmeno cercare lavoro.
Quanto ai palestrati: già. Certo che per riuscire in un’impresa disperata come quella in cui si imbarcano bisogna essere molto robusti. Per questo quelli che riescono ad arrivare di solito sono “palestrati” (ma non credo proprio che i muscoli li abbiamo fatti in palestra. Anche se da noi è difficile ormai concepire un altro modo). I bambini e le persone più gracili, non a caso, di solito li troviamo morti in mare.
E se pagano 3000 dollari, significa che spendono tutto quello che hanno, e spesso di indebitano intere famiglie o interi villaggi, per investire nella speranza in futuro migliore.

Infine, chi pensa che ci sia davvero una “grande regia” in quella che non è una commedia per farci commuovere, dovrebbe fare la fatica – già che ne sa così tante – di farci anche il nome del regista.

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