RITA SPERICOLATA di Francesco Franceschini

Buongiorno a tutti. In questa ferale settimana sanremese vorrei parlarvi della mia ex-fidanzata. Si chiamava Rita. Rita Terra. Per il suo carattere da scavezzacollo gli amici la chiamavano Rita Spericolata. E anche perché le piaceva Sanremo. Anzi per Sanremo aveva una vera venerazione. E io lo detestavo. Forse per questo due anni fa mi ha piantato.

La conobbi nel ’90, quando vinsero i Pooh. Seppi consolarla dopo che  il suo precedente ragazzo l’aveva mollata per una centralinista del Cepu: Uomini sòla.


Quell’anno si diplomò alle Professionali, e fu contenta di leggere: Terra, Promossa! 36, ma poteva bastare.

Suo padre tempo fa, credendo di farla felice, voleva regalarle la sua macchina. “Non voglio mica la Duna, le disse, quel rottame portalo allo sfasciacarrozze!” E ripiegò su una Smart.

La sorella come hobby faceva figli. Ricordo che a lei e a suo marito piaceva la famiglia numerosa, 2 anni or sono erano già al quinto bebè. Chissà oggi: Fiumi di prole

Non impazziva all’idea di sposarmi. “Il mio ipotetico marito – disse una volta –Vorrei incontrarlo tra cent’anni. Sto così bene da sola…”

Ogni tanto soffriva di dolori articolari, Lombalgia  canaglia, ma cose da poco, in fondo. “Va peggio – sentenziava – a chi si trova in mezzo, di questi tempi, al conflitto tra civiltà, Cristiani contro Islamici, sembra d’essere tornati alle crociate: Spunta la luna dal fronte. Anzi, la mezzaluna”.

Il suo attuale ragazzo è uno schianto. Alto, bello, occhi verdi. Ogni tanto gli girano intorno certe sventole… Ma all’ultima pare che Rita ne  abbia dette quattro: “Vattene ‘a mora!” e quella ha sgommato.

Al tg stasera ho sentito un politico che si rammaricava del fatto che all’Italia ancora non si sia decisa la sorte delle tratte ad alta velocità: Non ho le TAV, si lamentava, e come dargli torto? La giornalista che l’intervistava, una tipa con la gomma americana in bocca, piuttosto alternativa, continuava a chiamare l’onorevole per nome. “Si può dare del tu – si lamentò poi il politico coi suoi portaborse . a un vecchio gentiluomo come me?”

Quella giornalista mi ha ricordato Rita.

Ma insomma, Sanremo è Sanremo. E stasera si comincia. E’ come una corrida per gli artisti, una maratona per gli spettatori. Con Vera, la mia nuova fiamma, una punkettara piena di piercing, ce lo vediamo tutto: Siamo la coppia più bulla del mondo. Io così ripenserò a Rita, che se lo starà registrando per arricchire il suo archivio. La mia donna attuale invece lo guarda per arricciare quel suo nasino forato di metallo a un’espressione di impercettibile disgusto. E dire che la casa dove abitiamo non è malaccio: “E’ tutto un attico, siamo sulla Prenestina, che vuoi ancora?” le chiedo. E lei: “Che la smetti di chiamarmi Rita! Nuntereggoppiù!”.

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