di Michelle Crisantemi
38mila persone hanno perso il lavoro nel nostro Paese tra il marzo e l’aprile di quest’anno. Scioccante l’annuncio dato dall’Istat, i cui dati parlano di un tasso di disoccupazione mai così alto dal 2000. Si è raggiunta e superata quella soglia del 10% che per due anni è stata utilizzata dai politici e dai media per dare l’illusione che la situazione del nostro Paese non fosse così grave rispetto a quella di Grecia, Spagna e Portogallo. Ora che la soglia psicologica del 10% è stata superata da due mesi, i tecnici Istat parlano di una situazione “preoccupante” per quanto riguarda il mercato del lavoro. Come sempre a pagare il prezzo più alto sono i giovani: più di un giovane su tre non ha lavoro, con un aumento annuo del tasso di disoccupazione del 31,1%. Di questi disoccupati, 416mila sono coloro che hanno perso la precedente occupazione (i due terzi del totale). Aumenta la disoccupazione anche tra donne (dal 9, 6% al 12,2%) e stranieri (dal 12, 1% al 15,3%). Il peggioramento in Italia segue il trend negativo che interessa tutta l’Eurozona: la situazione peggiore ancora una volta è quella della Spagna, il cui tassi di disoccupazione ha oltrepassato addirittura quello della Grecia (24,3% quello spagnolo, 21,7% quello ellenico). Forti di questo, i telegiornali continuano a dare l’annuncio della crescita della disoccupazione sottolineando che se l’Italia è al 10,2%, la media europea è salita al 11,0%, come se questo potesse dare una minima consolazione ai giovani che non vedono un futuro nel proprio Paese o ai lavoratori strozzati dai debiti. Meglio guardare a chi sta peggio di noi quindi, piuttosto che alla Germania, unico Pese in controtendenza, dove il tasso di disoccupazione è sceso al 5,4% rispetto al 5,5% di marzo e al 6,1% dell’aprile 2011.