un’altra via è possibile?

«Ero abituata a pensare che la via del “progresso” fosse in qualche modo inevitabile, indiscutibile» scrive. «Accettavo passivamente una nuova strada nel mezzo del parco, una banca di acciaio e vetro dove prima sorgeva una chiesa di duecento anni… e il fatto che la vita sembrava diventare ogni giorno più dura e più veloce. Ora non lo facevo più. Nel Ladakh ho imparato che esiste più di un percorso nel futuro e ho avuto il privilegio di conoscere un altro stile di vita, più sano, un modello di esistenza fondato sull’evoluzione degli esseri umani in armonia con la terra».

Helena Norberg-Hodge  continua sostenendo  che non solo gli operatori occidentali dello sviluppo non dovrebbero imporre ciecamente «miglioramenti» moderni alla antiche culture, ma che i paesi industrializzati avrebbero molto da imparare da popoli come i ladakhi circa la costruzione di società sostenibili. «Ho visto» scrive «che la comunità e uno stretto rapporto con la terra possono arricchire la vita umana oltre qualunque paragone con la ricchezza materiale o la tecnologia sofisticata. Ho imparato che un’altra via è possibile».

 tratto da Tre Tazze di Tè di David Oliver Relin

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