Testimone di Genova

di Arnaldo Casali

Svelo un segreto: diciassette anni fa ero a Genova con Eleonora Pellegrini.

Ci eravamo andati di nascosto dai nostri genitori, che certo sarebbero stati troppo tranquilli nel saperci in quella mischia, il giorno dopo l’uccisione di Carlo Giuliani.

Questo è il racconto che feci allora di quell’esperienza, per Reteblu e per altri siti web che raccoglievano testimonianze.

La cosa più triste, dopo più di cinque lustri, è prendere atto che di quei giorni si ricordano solo la morte di Giuliani e le violenze alla scuola Diaz. Del perché eravamo là non parla più nessuno: probabilmente perché oggi è quasi impossibile capire le ragioni che guidavano quella manifestazione.

Appena due mesi dopo, l’attentato alle Torri Gemelle avrebbe cambiato completamente il nostro modo di rapportarci con il cosiddetto terzo, quarto o quinto mondo.

D’altra parte, mi diceva il mio amico Dario – allora vicedirettore di Adesso – che il movimento noglobal sarebbe stato destinato al fallimento perché era il primo movimento di protesta solidale. Noi, a differenza dei partigiani o dei sessantottini, non combattevamo per i nostri diritti ma per quelli di chi non aveva voce né armi per combattere.
Ma la realtà è che ogni rivoluzione è egoista: si vuole cambiare il mondo per vivere meglio, non per far vivere meglio gli altri.

Diciassette anni dopo il mondo si è capovolto: adesso non solo non lottiamo più per aiutare chi sta peggio di noi, ma addirittura lottiamo per difenderci da chi sta peggio di noi: la solidarietà globale si è trasformata nell’individualismo esasperato: volevamo conquistare il mondo e ci siamo chiusi in un guscio blindato, con il terrore che qualcuno venga a bussare alla nostra porta.

LA TESTIMONIANZA PUBBLICATA SU RETEBLU NEL 2001 

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