Sto con l’Ucraina, per questo difendo la pace

di Arnaldo Casali

Trovo assurda la polemica contro papa Francesco, intollerabile la propaganda di guerra che porta a prendere per vere, a prescindere, tutte le notizie che arrivano da Kiev e per false tute quelle che arrivano da Mosca, la censura che impedisce di ascoltare voci ucraine in dissenso con Zelensky o di mostrare gli orrori compiuti dall’esercito ucraino, il modo in cui si condannano gli orrori compiuti dai russi e si assolvono quelli degli ucraini, l’abuso di immagini dei morti per legittimare nuovi morti. Trovo agghiaccianti i commenti di amici ucraini che dicono che non è Putin il nemico, ma tutti russi e inaccettabile la presenza in televisione di un giornalista ucraino che è arrivato a minacciare di morte un collega russo.
Sono contrario all’invio delle armi e trovo molto ambiguo discutibile un personaggio come Zelensky.

Ma no, io non sono affatto equidistante, né tanomeno putiniano. Io sto con l’Ucraina. Sto con l’Ucraina non perché è un paese che conosco e che amo da molti anni, ma perché è un paese che ha subito un’aggressione assurda e inaccettabile da parte di una potenza straniera e che sta difendendo la propria libertà e la propria indipendenza.

Io non ho amici in Russia e non ci sono mai stato, mentre sono stato in Ucraina, ho molti amici ucraini e anche un antico amore, e sono schierato dalla parte dell’Ucraina da molto prima che il mondo si accorgesse di questa guerra.

Quando è scoppiato il conflitto, nel 2014, io ero ai confini con l’Ucraina e ne parlai anche su facebook. Dal 2018 giro con un souvenir anti-putiniano nel portafogli, e ho a casa la carta igienica con la faccia di Putin. Nel 2019 abbiamo denunciato al Terni Film Festival i suoi crimini e nel 2021 ha vinto un film ucraino sulla guerra in Ucraina, che abbiamo replicato l’11 febbraio di quest’anno, quando ancora della guerra che stava per scoppiare non fregava niente a nessuno, tanto che in sala c’erano tre persone tre.

Il 12 marzo ho organizzato una serata al Teatro Secci alla quale abbiamo invitato la comunità ucraina di Terni e i profughi accolti in città.
Sul mio profilo facebook  trovate i commenti di Vladyslav Kompaneec-Robski e di altri amici ucraini, certo non trovate commenti di russi pro-Putin.

Quindi, no, non sono affatto equidistante: io sono totalmente schierato dalla parte dell’Ucraina, ma proprio per questo critico molto di più il governo ucraino che quello russo.
Perché penso che siano gli amici che devono essere criticati, non i nemici.
L’Italia, l’Unione Europea, il mondo occidentale, noi tutti siamo schierati dalla parte dell’Ucraina. Per questo mi interessano di più i crimini commessi dall’esercito ucraino, gli errori di Zelensky, la propaganda di guerra occidentale, e soprattutto il rischio di trasformare una guerra di liberazione in uno scontro tra fratricida tra popoli.
Io non sono responsabile delle azioni dei russi, e non posso fare nulla per fermare Putin. Mi sento, invece, responsabile di quello che il governo italiano fa anche a mio nome e di quello che il governo ucraino fa con il nostro sostegno e soprattutto di quello che dicono e fanno i miei amici ucraini.

Perché è la nostra parte che dobbiamo criticare, è sugli errori dei nostri compagni che dobbiamo vegliare. Sui nemici, purtroppo, non abbiamo alcun potere e – di conseguenza – nessuna responsabilità. D’altra parte non è un caso se Gesù Cristo invitava a non opporsi al malvagio, a progere l’altra guancia, e a combattere il nemico che è dentro di noi, non quello che è di fuori.

Io da cattolico critico molto più la Chiesa che i protestanti o gli ortodossi, da cristiano critico i cristiani, non i musulmani o gli ebrei, da democratico critico le altre democrazie, non le dittature.

E’ una cosa che ho imparato da bambino: quando mi azzuffavo con qualche bambino (e se mi azzuffavo, era sempre perché venivo aggredito) mia madre mi sgridava e mi portava via. Non si metteva certo a sgridare l’altro bambino, né tantomeno mi passava un coltello per difendermi!
Perché mia madre era responsabile delle mie azioni e della mia educazione, non di quella degli altri.
Ma è una cosa che succede anche da adulti. Se un tuo amico viene coinvolto in una rissa cosa fai? Lo porti via o gli passi una pistola?
E chi è cerchi di far riflettere, a chi dai consigli? Agli amici o ai nemici?
E’ questa mentalità da stadio che ormai abbiamo assunto, che ci impedisce di capire che noi dobbiamo criticare gli amici, non i nemici.

Per questo io sto con l’Ucraina, ma proprio perché sto con l’Ucraina è all’Ucraina che rivolgo il mio appello alla pace. Perché l’Ucraina è la vittima, è vero. Ma è vero anche che la guerra si fa in due. E perché si arrivi alla pace qualcuno, per primo, deve tendere la mano. Dobbiamo essere Noi.

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