SPIDERMAN HOMECOMING

Io adoro i sequel e detesto i reboot.

E da fan dell’Uomo Ragno totale, che è stato costretto ad aspettare 20 anni 20 il capolavoro di Sam Raimi mentre al cinema impazzavano supereroi di ogni genere (Superman, Batman, gli X-Men, persino Devil!), non ho potuto che indignarmi – cinque anni fa – di fronte all’assurda decisione di fermare la bellissima saga con Tobey Maguire dopo appena 3 film per girare l’inutile The amazing Spider-Man con Andrew Garfield.

Eppure, quando sono andato a vedere il film, sono stato costretto a superare i miei pregiudizi: se l’operazione era assurda, il film era bellissimo.

Che dopo appena 2 film abbiano fermato anche questa seconda saga, per un nuovo – ennesimo – reboot, è cosa che già di suo non può che mandarmi in bestia.

Che poi questo film non sia un nuovo inizio, ma un seguito a sua volta – sì – ma non di un film sull’Uomo Ragno, bensì di un film che non ho visto e che non ho nessuna voglia di vedere – come Captain America: Civil War – che a sua volta è il seguito di ben 12 film di cui non mi interessa nulla, è evidente che non possa che indispettirmi ulteriormente.

Eppure.

Eppure ancora una volta – di fronte a questo fumettone che peraltro mi sembra sia il più pompato in assoluto dai tempi del primo di Raimi – non posso che superare, ancora una volta, i miei pregiudizi.

No, non siamo ai livelli di Spider-Man del 2002 – che per me resta l’unico film d’autore su un supereroe (altro che Nolan e Burton) – però, sì, Spider-Man Homecoming è un film bellissimo.

E’ bello il costume – che restituisce all’Uomo Ragno l’aspetto originale che i film precedenti avevano cercato di rendere più “fighetto” sull’esempio di Batman – sono divertenti le innovazioni: ci sta bene Robert Downey Jr nei panni di Iron Man perché è vero anche che l’Universo cinematografico Marvel non fa che riproporre al cinema l’universo Marvel già presente nei fumetti: ricordo di aver letto da bambino tante avventure di Peter Parker condivise con i Fantastici Quattro o Hulk. Ci sta bene Michael Keaton con il doppio salto mortale: da Batman a Birdman, da Birdman all’Avvoltoio. La cosa curiosa, peraltro, è che il costume di Birdman era molto più simile a quello indossato dall’Avvoltoio nel fumetto rispetto a quello iper-tecnologico del film (che forse voleva prendere le distanze proprio dal film di Inarritu, o forse voleva rendere più realistico il cattivo di turno, seguendo l’esempio del Goblin di Raimi).

Una zia May così giovane interpretata da Marisa Tomei certo non è filologica, ma è senza dubbio credibile, un po’ fastidiosa l’eccessiva attualizzazione dei personaggi, con Flash Thompson che da belloccio biondo anni ’60 diventa un indiano, così come MJ che cambia nome (si chiama Michelle anziché Mary Jane) e diventa afroamericana, e che comunque resta uno dei personaggi più affascinanti del film.

Il ghigno di Keaton sembra rifare proprio Jack Nicholson, eppure il suo Avvoltoio è molto più bello e credibile del Joker di Batman, mentre il rapporto con Peter riprende un po’ quello di Norman Osborn nel primo Spider-Man (eppure tanto Keaton quanto Nicholson sarebbero stati molto più credibili nei panni di Goblin del pur bravissimo Willem Dafoe) e il dialogo con il costume iper-tecnologico rimanda un po’ al film Lei.

Per il resto, il film – pur se diretto soprattutto agli adolescenti con il Peter più giovane mai visto al cinema – strizza l’occhio ai fan più maturi con piccoli vezzi-citazioni, come le ali-ragnatela che si vedevano ogni tanto nel fumetto (e non si è mai capito a cosa servissero) e il cappuccio con gli occhi che strizzano le palpebre come si vedeva nei vecchi cartoni animati per rendere più espressivo il personaggio.

Alla fine viene da chiedersi solo se prima o poi avremo la grazia di poter vedere anche uno Spider-Man adulto, visto che nel fumetto Peter non è un eterno adolescente, ma cresce, invecchia, si laurea, si sposa e fa anche una figlia. E io, con tutto l’affetto per gli Amazing e gli Homecoming, in fondo al mio cuore non smetto di sognare uno Spider-Man 4 con un Peter Parker quarantenne interpretato da Tobey Maguire. Anche se il fatto che io sia coetaneo di Maguire forse mi rende un tantino di parte.

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