Rula Jebreal, Giorgia Meloni e il razzismo radical-chic

di Arnaldo Casali

Rilanciando le notizie diffuse da un giornale spagnolo, Rula Jebreal ha ricordato come il padre di Giorgia Meloni sia stato arrestato, nel 1995, per traffico di droga.

Non stupisce che una delle più grandi maestre di pensiero della sinistra radical chic si sia affrettata a rilanciare il più becero, disperato e ridicolo tentativo di gettare fango sulla prima premier donna della storia italiana.

Questa storia del padre trafficante di droga, infatti, non farà che regalare ancora più lustro all’immagine di Giorgia Meloni.

Per quelli di destra – ma anche per tutta l’Italia romantica e perbenista – questo episodio trasforma definitivamente la “fascistella coatta” in una eroina da fiaba: come la più classica delle principesse, Giorgia è stata abbandonata da bambina da un padre criminale, con cui non ha mai avuto rapporti, crescendo sola con la madre e dovendo fare da padre anche a sé stessa.

Una storia che getta nuova luce sul suo carisma e la forza che l’hanno portata a scalare prima il partito maschilista per antonomasia, poi tutto il centrodestra  e ora i vertici del governo.
Ma a noi bigotti e perbenisti aiuta anche a capire la poca fiducia negli uomini con cui è cresciuta, e che l’hanno portata a diventare madre, sì, ma non moglie.

Per quelli di sinistra, invece, scoprire che dentro la leader della destra scorre sangue comunista e fricchettone, potrebbe anche rivalutarla.
Anche perché il padre di Giorgia spacciava droghe leggere, quelle “buone” che loro vogliono legalizzare, mica la cocaina, che è di destra.

Alla fine gli unici che possono scandalizzarsi davvero per questa storia, sono proprio i radical chic che di sinistra non hanno proprio nulla e che sono magnificamente rappresentanti dalla giornalista israeliana che peraltro – al contrario di Giorgia – si è sposata eccome. Per la cronaca, con un banchiere americano, figlio di un partner di Goldman Sachs, anche se ha divorziato dopo appena tre anni perché nel frattempo si era messa con Roger Waters.

D’altra parte se Giorgia Meloni si è fatta accompagnare in un comizio da Pino Insegno, Rula Jebreal ha preferito compagnie ben più importanti come quella di Harvey Weinstein, il più potente produttore di Hollywood, assurto quasi a Simbolo del Male dopo lo scandalo #metoo che lo ha visto accusato di molestie sessuali da mezza Hollywood e condannato a 23 anni di carcere per violenza sessuale. Weinstein aveva comprato i diritti di un romanzo di lady “Perché sono una donna? / Donna nera contro maschi bianchi” e ne aveva fatto un film diretto dall’allora di lei compagno Julian Schnabel.

Ci vuole davvero il razzismo e il classismo radical chic, per scandalizzarsi dell’infanzia drammatica di Giorgia Meloni, che non a caso definiscono da anni fruttrarola, carciofara e coatta. Perché loro, i leader politici, li giudicano in primis dal pedigree: li vogliono di buona famiglia e dalle frequentazioni aristocratiche: non a caso ora si sono innamorati follemente di Elly Schlein, figlia un politologo ed accademico statunitense d’origine ebraica nonché docente di scienza della politica e storia presso la Franklin University e di una docente di diritto pubblico comparato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università dell’Insubria, nonché nipote di un senatore del Partito Socialista.

Un tempo la borghesia era di destra e il popolo di sinistra. Oggi i ruoli si sono rovesciati: la borghesia vota a sinistra e il popolo a destra, e non c’è dubbio che Meloni e Jebreal incarnino perfettamente questo paradosso.

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