QUELLO CHE NON SO DI LEI (DA UNA STORIA VERA) IN 7 ANNOTAZIONI DI 7 AUTORI DIVERSI

di Arnaldo Casali

Prima annotazione
del (presunto) scrittore.

Rodo sempre dall’invidia quando vedo uno scrittore che sta davanti al computer con il file word vuoto cercando un’idea, mentre l’editore aspetta con i soldi.
Io, invece, il mio romanzo ce l’avrei già tutto in testa, ma non ho il tempo di scriverlo e non ho nemmeno un editore che mi aspetta.

Seconda annotazione
del (presunto) cinefilo.

Ansia, claustrofobia, paranoia, presenza ossessiva. Misery non deve morire + tutto Roman Polanski. Costruzione impeccabile, ma forse un po’ troppo freddo e irrisolto.

Terza annotazione
del (presunto) maschio.

Eva Green interpreta la tipica donna che è bene tenere il più lontano possibile. Ossessiva, manipolatrice, invadente, squilibrata, velenosa, completamente pazza e pericolosissima. Eppure no, non credo proprio ci riuscirei, a tenerla lontana.

Quarta annotazione
del (presunto) critico

Il personaggio di Eva Green è assolutamente realistico: ce ne sono parecchie, in giro, di persone così. Eppure in realtà non esiste: è solo il riflesso della protagonista, la sua anima nera, il suo inconscio represso. Ma in realtà non lo sappiamo: perché il regista – come l’autrice del libro da cui è tratto il film – vogliono giocare proprio sull’ambiguità. Insomma preparatevi: alla fine non si capisce niente. Ma se si capisse, rovinerebbe tutto.

Quinta annotazione
del (presunto) linguista

Ancora una volta il distributore italiano, per tentare di rendere un po’ più commerciale il film, ne ha rovinato il titolo. Così il geniale Da una storia vera (titolo che coglie e riassume il senso stesso dell’opera) diventa il didascalico Quello che non so di lei. Che, comunque, sarebbe un ottimo titolo, se quello originale non fosse così geniale.

Sesta annotazione
di quello che ha scritto la discussa recensione di Napoli velata

Ecco, questo è esattamente il film che Ozpetek ha cercato di fare. Solo che Polanski, che è Polanski, ci è riuscito. E invece Ozpetek – che è Ospetek – no.

Settima annotazione
del (presunto) autore delle annotazioni
Sì ma queste sette annotazioni sono tutte di Arnaldo Casali giusto? E allora perché all’inizio c’è scritto “di sette autori diversi?”. Andate a vedere il film e forse capirete.

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