POPOLI E RELIGIONI FILM FESTIVAL # 8

RELAZIONE ARTISTICA

L’ottava edizione del festival cinematografico “Popoli e Religioni”, organizzato dall’Istituto di studi teologici e storico-sociali di Terni in collaborazione con Umbria Vision Network, si è svolta dal 17 al 25 novembre 2012 tra il Cityplex Politeama, il Museo Diocesano, Palazzo Primavera, il Cenacolo San Marco e la Biblioteca comunale.

La kermesse ha offerto 7 giorni di proiezioni cinematografiche (4 al giorno), dibattiti e incontri con l’autore dal 18 al 24 novembre, con un’anteprima sabato 17 novembre al Museo diocesano (presentazione del volume Tra cielo e terra – cinema, artisti e religione con Alessandro D’Alatri e musica di Emanuele Cordeschi e Giulio Marconi) e una coda domenica 25 a Palazzo Primavera con il concerto di musica ebraica di Loredana Birocci e l’installazione Sarajevo Princip 014 di Igor Borozan.

Il filo conduttore di questa edizione è stato quello della famiglia, espresso dall’arcivescovo Vincenzo Paglia nell’editoriale di “Adesso” n.46 (rivista ufficiale del festival) e a cui sono stati dedicati l’incontro di apertura con il regista Alessandro D’Alatri (autore, tra l’altro di Casomai) e nel convegno di sabato 24 La famiglia tra crisi e futuro con Mario Morcellini, Natalia Paletti, Carla Collicelli e don Roberto Bizzarri.

Il tema della famiglia ha inoltre attraversato gran parte dei film proiettati e degli eventi proposti, intesa non solo nel senso stretto di matrimonio ma anche come concetto allargato (basti pensare a Il pranzo di ferragosto di Gianni Di Gregorio, che ha incontrato gli anziani delle case di riposo di Terni, o a Clarisse di Liliana Cavani).

Il focus che ogni anno il festival dedica a una regione del mondo (India nel 2005, Polonia nel 2006, America Latina nel 2007, Cina nel 2008, Africa nel 2009, Bulgaria nel 2010, Medio oriente nel 2011) è stato incentrato invece quest’anno sui Balcani e in particolare alla Bosnia.

A Sarajevo sono stati dedicati infatti il film di apertura Venuto al mondo di Sergio Castellitto, la giornata finale con il concerto di Loredana Birocci, l’installazione dell’artista Igor Borozan e il documentario Sarajevo Adesso presentato in prima assoluta, prodotto dall’Istess e curato dalla direzione artistica del festival insieme alla redazione di “Adesso”. Dal documentario è tratto anche il dossier-inchiesta pubblicato nella stessa rivista in distribuzione gratuita al Cenacolo San Marco, nella biblioteca comunale e in vari altri luoghi della città.

Ai Balcani è stato inoltre dedicato l’incontro delle ambasciate, con le rappresentanze diplomatiche di Montenegro, Serbia, Croazia, Bosnia.

Serbo è stato anche il film vincitore del festival e presentato in prima nazionale: When day breaks di Goran Paskalievic.

La giuria e i vincitori

La giuria, presieduta dal commediografo e regista teatrale e cinematografico Angelo Longoni (Uomini senza donne con Gianmarco Tognazzi e Alessandro Gassman, Naja con Stefano Accorsi, Enrico Lo Verso e Adelmo Togliani) e composta dall’attore Roberto Zibetti (Radiofreccia, I cento passi), l’attore Riccardo Leonelli (Le voci interiori di Zanussi, Vallanzasca di Placido), il critico Mario Dal Bello e il regista Luca Manfredi (L’ultimo papa re con Gigi Proietti, prossimamente su Rai 1) ha decretato la vittoria del film When day breaks del serbo Goran Paskalievic, storia di un professore di musica in pensione che scopre in un ex campo di sterminio nazista le sue origini.

La sezione documentari è stata invece vinta dal turco Quasi sposi di Fatma Bucak e Sergio Fergnachino, storia di una ragazza curda che decide di sposare un italiano.

La sezione cortometraggi è stata invece vinta da Pizzangrillo di Marco Gianfreda e dal ternano Lorenzo Bellucci, migliore regia per Noi – omaggio a Michelangelo Antonioni.

I preti martiri

Un altro filone del festival particolarmente intenso è stato quello dedicato ai nuovi martiri, che ha inaugurato la kermesse con l’omaggio a padre Pino Puglisi (prete ucciso dalla mafia nel 1993) che ha visto insieme l’arcivescovo Paglia, i più stretti collaboratori di Puglisi (Gregorio Porcaro e Pino Martinez) e i protagonisti del film Alla luce del sole (Alessia Goria e Corrado Fortuna). Di don Andrea Santoro, sacerdote ucciso in Turchia parla invece, tra gli altri, La Chiesa altrove, documentario di Maite Carpio, mentre Popieluszko di Rataf Wieczinski, presentato dal festival Sacrofilm di Zamosc, in Polonia, racconta la vita del cappellano di Solidarnosc ucciso nel 1983.

Integrazione e intolleranza

Come ogni anno, il festival si è voluto fare strumento di integrazione delle minoranze e delle categorie sociali più deboli.

Alle proiezioni dei film nelle scuole e a quelle in lingua originale per gli immigrati si sono aggiunte infatti quella per i detenuti del carcere di vocabolo Sabbione e quella per gli anziani delle case di riposo.

Alle polemiche in corso sul dormitorio della Cartias, il festival ha risposto in modo ironico e metaforico chiudendo la serata finale con il capolavoro dell’angelo alla carriera Jerzy Stuhr: Grossa bestia (Duze zwiersze) tratto da un soggetto inedito di Krzysztof Kieslowski, che racconta la storia di una coppia di coniugi che trova un cammello nel giardino di casa e lo adotta. Contro la curiosa amicizia si scagliano gli abitanti della via, che scrivono una petizione per cacciare il cammello, colpevole di mandare cattivo odore e di sporcare.

Da sottolineare il fatto che gli ultimi due film realizzati dall’attore di Il decalogo, Il caimano e Habemus Papam – ovvero Pogoda na jutro e Korowòd – inediti in Italia, sono stati tradotti e proiettati in anteprima nazionale proprio dal festival Popoli e Religioni, così come il vincitore When day break, selezionato dalla Serbia per gli Oscar.

Un altro cinema è possibile

“Miracolo low cost”, il festival Popoli e Religioni ha valorizzato in modo particolare produzioni e distribuzioni indipendenti che – esattamente come il festival stesso – sono riuscite ad offrire prodotti di alta qualità a costi ridottissimi: tra questi i film in concorso Non ci indurre in tentazione e Limen (costati circa 1500 euro) e lo stesso documentario Sarajevo Adesso prodotto dall’Istess e dall’associazione “Adesso” con un budget di 1200 euro.

Ben due film in concorso sono stati distribuiti dalla White Rose fondata da due giovani ventiseienni che puntando sulla tecnologia a basso costo (dcp e tramissioni nelle sale via satellite, in luogo della classica “pizza”) sono riusciti a distribuire a livello nazionale un film come Quell’estate di Guendalina Zampagni, che non aveva ancora trovato una distribuzione pur essendo stato prodotto con il contributo del Ministero dei beni culturali e vantando un cast che comprende tra gli altri Alessandro Haber, Pamela Villoresi, Diane Fleri e Marta Mangiucca.

Il direttore artistico

Arnaldo Casali

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