Pikaia, Civiltà Laica e la bufala del Giornalino creazionista

di Arnaldo Casali

Ermes Maiolica lo chiama “pregiudizio di conferma”: le fake news che ottengono maggiore successo, spiega il più celebre creatore di bufale italiano, sono quelle che confermano i pregiudizi di chi le condivide e le commenta senza nemmeno leggerle. Non a caso riguardano sempre le stesse tematiche: immigrati, Chiesa, politica. Temi in cui lo scontro ideologico ha sempre la meglio sull’informazione.

Un esempio da manuale è la notizia diffusa nei giorni scorsi dal sito web Pikaia e dall’associazione anticlericale Civiltà Laica, secondo cui il settimanale cattolico Il Giornalino avrebbe assunto posizioni creazioniste, negando la teoria dell’evoluzione di Darwin.

A lanciare la bufala è il blog anonimo Mazzetta che in un post del 17 marzo 2017 titola Il giornalino cattolico che insegna il creazionismo ai bambini. 

“Il Giornalino, edito dalla casa editrice San Paolo – scrive Mazzetta nel post il cui testo integrale si può leggere qui –  è una pubblicazione a fumetti simile a Topolino (…) stampata e diffusa in moltissime copie da una novantina d’anni. Promossa da parrocchie e scuole confessionali, è acquistata in genere da genitori che tengono all’educazione cattolica dei figli.

E l’educazione cattolica dei figli sembra comprendere l’insegnamento del creazionismo, almeno a giudicare da quello che c’è scritto nel numero 10 della rivista, portato alla mia attenzione da un lettore interessato al tema, ove s’afferma che:

«Lo scienziato inglese Charles Darwin, nel 1859, sostenne che tutte le specie viventi sono il frutto, per evoluzione, di poche forme originarie di vita, e che l’uomo deriva dalla scimmia. Una teoria che allora ebbe successo, ma che oggi con gli studi avanzati della genetica si è rivelata priva di fondamenti scientifici »

Peccato che le cose non stiano così e che nessuno studio genetico abbia smentito la teoria dell’evoluzione, semmai è vero il contrario. Ma al Giornalino non interessa, perché quello che preme non è tanto scoprire «com’erano fatti i nostri antenati» perché hanno già concluso che «non lo sapremo mai» quali specie viventi ci fossero sul pianeta quando è apparso l’uomo, come per magia, se non per volontà divina”.

“Ancora una volta  – conclude Mazzetta – gli educatori cattolici mentono ai bambini,  negando risultanze scientifiche e promuovendo al loro posto le favole dei creazionisti, la fondatezza delle quali deriva dall’essere raccontate nella Bibbia e quindi parola di Dio”. “Fatto più che sufficiente – aggiunge il blogger anonimo – per motivare i cattolici e la chiesa cattolica a fare carte false pur di accomodare la realtà alla narrazione clericale, falsa, reazionaria e nemica della scienza e dell’istruzione, com’è sempre stata nei secoli dei secoli”.

In un Post Scriptum il blogger riporta anche come un commento abbia fatto “giustamente” notare che i primi umani ritratti nell’illustrazione sono bianchi e biondi: “Scelta decisamente bizzarra per quelli che dovrebbero essere nativi africani”.

Come si può vedere, quindi, a differenza di quanto sto facendo io stesso (e di quanto dovrebbe fare chiunque voglia confutare seriamente una qualsiasi affermazione) Mazzetta non riporta l’articolo pubblicato dal Giornalino ma ne estrapola – decontestualizzandolo – solo un breve passaggio. Per il resto, all’interno del post viene pubblicata una foto dalla quale il testo risulta illeggibile.

Va sottolineato che l’articolo non è presente online e il numero del Giornalino in questione non è più in edicola. E’ quindi impossibile smentire o confermare le affermazioni di Mazzetta, senza effettuare una ricerca in emeroteca.

Ovviamente si tratta di una procedura giornalisticamente scorretta e intellettualmente disonesta di condurre una polemica. D’altra parte, per restare in ambito cristiano, va ricordato che molte eresie dell’antichità le conosciamo solo grazie alle confutazioni che ne fecero i padri della Chiesa; che, d’altra parte, avevano un obiettivo assai più nobile di certi anticlericali odierni: ovvero quello di promuovere la conoscenza. Conoscenza di parte, certo, ma non si può fare vera conoscenza di parte se non si conosce l’altra parte. Concetto evidentemente ignorato da coloro che hanno ripreso e diffuso l’articolo senza sottoporlo ad alcuna verifica.

Tra l’altro dalle sue stesse parole, si potrebbe ipotizzare che nemmeno lo stesso Mazzetta abbia avuto accesso diretto all’articolo incriminato. La frase “portato alla mia attenzione”, infatti, rimane ambigua: potrebbe essere una segnalazione (verificata da Mazzetta che ha comprato la copia del Giornalino e scritto l’articolo) ma potrebbe anche significare che il lettore ha inviato a Mazzetta la fotografia e il passaggio incriminato, e il blogger si è limitato a riportare quanto gli è stato inviato aggiungendo i suoi commenti trancianti. (D’altra parte lo stesso Mazzetta – nei commenti – ammette di aver sbagliato inizialmente a riportare il numero e la data della rivista, corrette successivamente).

In questo caso più che artefice della Bufala, lo stesso Mazzetta ne sarebbe la prima vittima. La seconda (o la terza) è invece Pikaia – il portale dell’evoluzione diretto da Telmo Pievani, che il 26 aprile 2017 riporta integralmente il post di Mazzetta, fatta eccezione per il Post Scriptum (forse troppo ridicolo?).

Lo stesso giorno, l’articolo di Pikaia viene condiviso sul profilo facebook di Civiltà Laica, associazione di Terni presieduta da Alessandro Chiometti che si occupa un po’ di tutto (dalla politica internazionale ai corsi di fotografia, dall’omofobia ai vaccini, dall’eutanasia al cinema horror), ovviamente anche in questo caso senza preoccuparsi di leggere l’articolo incriminato.

Visto che il sottoscritto è stato chiamato in causa dallo stesso Chiometti sulla sua pagina facebook, e visto che Il Giornalino lo conosce bene avendolo letto per tutta l’infanzia e dovendo alla rivista delle Paoline buona parte della propria formazione culturale, e visto anche che Adesso si vanta di essere una rivista di approfondimento e non di propaganda ideologica, ci siamo presi l’incomodo di trovare il modo di leggere l’articolo integrale, per verificare se davvero contenesse posizioni creazioniste.

Perché sia inteso, oggi nessun cattolico sano di mente si azzarderebbe a sostenere che quello della Genesi sia un racconto storico, e se davvero l’articolo del Giornalino tendesse a smentire la teoria dell’evoluzione rivendicando posizioni creazioniste, la polemica di Mazzetta, Pikaia e Civiltà Laica sarebbe fondatissima, tanto più visto che le teorie creazioniste sono smentite ormai da anni dallo stesso Vaticano, come lo stesso Mazzetta – peraltro – riporta in un post del 2012.

Peccato che ad una lettura integrale la bufala viene ineluttabilmente svelata.

D’altra parte già il titolo è molto chiaro: Quando Dio creò l’uomo esistevano già le scimmie?. Ovviamente, se il luogo comune vuole che “l’uomo discende dalla scimmia” oggi sappiamo che non è così. Piuttosto l’uomo e la scimmia hanno antenati comuni. D’altra parte l’idea che l’uomo discenda dalla scimmia, oltre che dal Giornalino, è definita una “bufala” anche in questo articolo pubblicato dalla rivista Wired e scritto da Stefano Dalla Casa; che non deve essere esattamente un creazionista, visto che figura tra i collaboratori dello stesso Pikaia.
La contestazione del Giornalino nei confronti di Darwin riportata dal settimanale paolino, quindi, tende semmai a superare le teorie del biologo britannico, non certo a smentirle.

Ma il punto è che l’articolo non è interessato minimamente ad una disquisizione scientifica, e dà una lettura totalmente spirituale e teologica – diciamo pure catechistica – del racconto della Creazione. Il testo specifica infatti che la Bibbia, della creazione offre “una chiave di lettura straordinaria”. Una chiave di lettura, non una ricostruzione storica. Più avanti si aggiunge che “il racconto di Adamo ed Eva ha questo preciso significato“. Significato, non storia!

Le contrapposizioni dei tempi di Galileo Galilei sono superate da secoli. Oggi il cristianesimo non ha alcuna ambizione a spiegare il come quanto piuttosto il perché. Ed è di questo che parla l’articolo del Giornalino accusato ottusamente di propaganda creazionista.

L’ennesima conferma che nessuna legge e nessuna applicazione tecnologica potrà abolire le fake news, perché l’unico modo sarebbe costringere la gente a leggere ciò che commenta.

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