di Arnaldo Casali
Quando io e Daniele Casali eravamo piccoli zio Mauro Barlozzo ci terrorizzava evocando La Costruzione.
La Costruzione era un mostro dalle tante bocche che divorava la gente. Il mostro era nascosto e invisibile, ma le sue bocche le potevamo vedere dal terrazzo di casa di nonna: erano le antenne della centrale della Sip.
La Costruzione era un mostro ma aveva un aspetto meccanico, e le sue bocche avevano apparivano come gianteschi dischi bianchi. Questo rendeva i racconti di zio Mauro al tempo stesso terrificanti e ridicoli; perfetti per divertire dei bambini.
Non avrei mai pensato di ritrovare La Costruzione, dopo più di quarant’anni, in un film di Hollywood: ma è esattamente Nope di Jordan Peele. Per filo e per segno.
La storia è, in estrema sintesi, quella di un disco volante che mangia la gente. Ha l’aspetto del classico ufo, rotondo e metallico, ma in realtà è un gigantesco mostro, e il tradizionale cerchio nero che si apre alla sua base non è una porta attraverso cui entrare nell’astronave, ma una bocca che ti divora.
Come La Costruzione di zio Mauro, Nope” riesce ad essere estremamente angosciante e volutamente ridicolo. Non spoilero il finale, che è davvero all’altezza di un film capace di terrorizzarti senza prendersi sul serio e in cui i momenti più spaventosi non sono quelli in cui il mostro mangia, ma quando caca.
Il film riesce a mescolare le atmosfere di “Interstellar”, “Contact”, “Jurassic Park” e “Mars Attacks!”, con affettuosi omaggi al cinema di azione e alle sit-com degli anni ’90 con il coltissimo e costante richiamo a “Sallie Gardner at a Gallop”, quello che nel 1878 può essere considerato il primo film della storia, vent’anni prima dell’avvento dei Lumiére.
Effettivamente “Nope” più che il tradizionale horror (che ci si aspetterebbe dal trailer) è un vero e proprio concentrato – diciamo pure una summa – di arte cinematografica: non a caso il regista ha dichiarato che il film – scritto in piena pandemia – è nato con la precisa volontà di riportare il pubblico nella sala cinematografica.
E ci è riuscito alla grande, considerando che stasera sono riuscito a entrare in sala solo battendo sul tempo un altro spettatore per accaparrarmi l’ultimo posto rimasto.
Resta il fatto che Peele dovrebbe pagare i diritti a zio Mauro.