MANDELA, IL SUDAFRICA, L’APARTHEID

NELSON MANDELA

Nelson Mandela è una delle guide morali e politiche grandi del nostro tempo: un eroe internazionale, la cui lunga vita è stata dedicata alla lotta contro l’ oppressione razziale in Africa del sud,  che gli ha fatto meritare il premio Nobel per la pace nel 1993  e poi, la presidenza del suo paese. Il suo rilascio trionfante nel 1990, dopo  più di un quarto- di secolo dall’imprigionamento, lo ha posto al centro del dramma politico più opprimente nel mondo. Come presidente del congresso nazionale e a capo  del movimento anti- apartheid del Suafrica, rese  strumentale lo spostamento della nazione verso la regola multirazziale  di maggioranza e di governo. È’ riverito  dappertutto come forza vitale nella lotta per i diritti dell’uomo e l’uguaglianza razziale.

La sua biografia A Long Walk to Freedom, redatta da lui in una prosa semplice e chiara, è  un libro destinato a prendere posto fra le memorie più fini delle figure più grandi della storia. Qui per la prima volta,  Nelson Rolihlahla Mandela racconta la storia straordinaria della sua vita – una lotta epica,  le  battute d’arresto, la speranza rinnovata e il  suo ultimo trionfo, che finora, è stato virtualmente sconosciuto nella maggior parte del mondo.

Figlio adottivo di un capo di Thembu, Mandela è cresciuto nella cultura tradizionale e tribale dei suoi antenati, ma ad un’età giovane ha imparato la realtà moderna e inevitabile ed ha conosciuto  quella che viene denominata segregazione,  uno dei sistemi più potenti e più efficaci mai concepiti dall’ oppressione governativa. Narra anche dei suoi primi anni come impiegato con scarse nozioni di legge e dei suoi studi  a Johannesburg, del suo risveglio politico lento e del suo ruolo chiave nella rinascita dell’ ANC( il suo Partito) stagnante e nella formazione della relativa lega della gioventù negli anni 50. Descrive la lotta per riconciliare la sua attività politica con la sua devozione alla sua famiglia, angosciato per il disfacimento della sua prima unione e le separazioni dolorose dai suoi bambini.

Partecipa vivamente alla  vita e alla guerra politica crescente negli anni ’50 fra l’ ANC ed il governo, culminanti nei suoi nascondigli  drammatici come guida sotterranea e il processo di Rivonia nel  1964, in cui  è stato sentenziato il suo imprigionamento a  vita. Racconta sorprendentemente  i suoi 27  anni in prigione e le trattative, complesse e fragili, che hanno condotto sia alla sua libertà che alla fine della segregazione. Infine offre una visione degli eventi indimenticabili  dal suo rilascio che ha prodotto, infine, una democrazia libera e multirazziale in Sudafrica.

Milioni di persone nel  mondo, si orientano  sui fondamenti di Nelson Mandela, come su nessuna altra figura vivente, per il trionfo della dignità, per la lotta contro la  disperazione e l’odio, esagerati nella  speranza, nell’auto-disciplina per  tenere testa ai persecutori e ai malvagi, da vincere con l’ amore.

Nelson Mandela è questo imput per tutto il tempo.

Anzi, a ragione, del nostro tempo.

 A Long walk to freedom, è lunga, lunghissima, però il coraggio e l’amore aiutano, dice Mandela:

“Quando sono uscito di prigione, questa era la mia missione, liberare sia gli oppressi che l’oppressore. Qualcuno dice che lo scopo è stato raggiunto. Ma io so che non è questo il caso. La verità è che noi non siamo ancora liberi; abbiamo soltanto conquistato la libertà di essere liberi, il diritto a non essere oppressi. Non abbiamo ancora compiuto l’ultimo passo del nostro viaggio, ma il primo di un lungo e anche più difficile cammino. Per essere liberi non basta rompere le catene, ma vivere in un modo che rispetti e accresca la libertà degli altri. Il vero test della nostra fedeltà alla libertà è solo all’inizio. Ho percorso questo lungo cammino verso la libertà. Ho cercato di non vacillare; ho compiuto passi falsi. Ma ho scoperto il segreto che dopo aver scalato una collina, si capisce che ce ne sono ancora molte altre da scalare. Mi sono preso un momento di riposo, per dare un’occhiata alla vista che mi circonda, per guardare indietro alla strada che ho fatto. Ma posso riposare solo per un momento, perché con la libertà vengono anche le responsabilità, e mi preoccupo di non indugiare, perché il mio lungo cammino non è ancora finito”

IN MY COUNTRY

Country of my skull, del regista John Boorman, basato sulla denuncia dei crimini del regime sudafricano avvenuta nel 1995. Dopo che per anni s’è vissuto nel sangue di guerre fratricide, nel terrore di persecuzioni e di vendette, è possibile uscirne? Possono, vittime e carnefici, tornare alla convivenza civile? Dolorosi quesiti più che mai d’attualità, avendo presente  ciò che avviene in Irak, in Afghanistan, in Palestina.

Un riscontro originale, schiuso alla speranza, lo offre il Sudafrica di Nelson Mandela, che ha festeggiato i primi 10 anni di democrazia e l’abolizione dell’apartheid. È’ un prodigio che 45 anni di segregazione razziale, di crimini e soprusi degli afrikaner (cinque milioni di bianchi nati nel continente, discendenti dagli olandesi), di sanguinose vendette da parte dei neri (35 milioni di cittadini di serie B fino al 26 aprile 1994) non siano finiti in una guerra civile alla maniera della Bosnia.

Merito del coraggio e della saggezza di Mandela e dell’arcivescovo Desmond Tutu, che crearono la Commissione per la Verità e Riconciliazione. Ma non è stato un percorso facile l’accertamento della verità, l’ammissione delle colpe, il perdono, l’amnistia: 21.800 le terribili testimonianze rese da vittime e familiari, 1.163 i persecutori amnistiati. E non è ancora terminato.

Le sedute della commissione furono trasmesse in diretta radiofonica nel  Sudafrica. L’emozione popolare. Il raccapriccio di chi, come Antjie Krog, l’autrice del libro da cui, il regista britannico John Boorman (quello di Excalibur e Un tranquillo week-end di paura) ha tratto il film.

Narra la storia di Langston Whitfield, un giornalista del Washington Post,  mandato a seguire le udienze della Commissione per la Verità e la Riconciliazione a carico dei torturatori durante l’Apartheid in Sud Africa e di  Anna Malan, una poetessa afrikaans, che segue i processi attraverso la radio ed è sconvolta dai racconti delle crudeltà e depravazioni da parte dei suoi connazionali. Entrambi rimangono profondamente colpiti dalle testimonianze delle vittime ed entrambi non hanno più un buon rapporto con le rispettive famiglie. Questo li porterà ad avvicinarsi sempre di più l’uno all’altra, fino all’innamoramento.

SUD AFRICA

Superficie: 1.223.226 Kmq.
Popolazione: 40.580.000 (censimento 1996).
Gruppi etnici: 35% Zulu, 15% North Sotbo, 14% Xhosa, 10.4% Seshoesboe, 7.5% Tswana, 6.7% Shangaan, 5.5% Swazi, 2.5% South Ndebele, bianchi 13.2%, meticci 8.6%, asiatici 2.5%. Comunità italiana: 53.000 persone.
Capitale: Pretoria.
Sede del Parlamento: Cape Town.
Sede dell’Alta Corte di Giustizia: Bloemfontein.
Città principali: Johannesburg, Durban, Port Elizabeth, East London.
Lingua: le lingue “ufficiali ” sono undici, l’Inglese, I’Afrikaans e 9 lingue delle varie etnie. La lingua più diffusa è l’inglese.
Religioni principali: il 78% professa la religione cristiana, nelle diverse denominazioni Protestanti. I Cattolici sono più di 2 milioni, gli Ebrei circa 125.000 e gli asiatici sono Induisti (1,7%) o Musulmani (1,1%).
Ordinamento dello Stato: il “Nuovo Sudafrica” è retto dalla Costituzione del 1999 negoziata in modo da garantire la convivenza multirazziale attraverso la tutela dei gruppi di minoranza. Il Parlamento è composto dall’ Assemblea Nazionale (400 deputati eletti col sistema proporzionale di cui 50% sul liste na zionali e 50% su base regionale) e dal Senato (90 membri, 10 per ciascuna delle 9 regioni). Il Partito ANC ha la maggioranza sia alI’Assemblea Nazionale che al Senato.
Suddivisione amministrativa: il Paese è diviso in nove province con ampia autonomia.
Moneta: unità monetaria è il rand (100 centesimi). 1 Rand = +/- 0,15 Euro.

CRONOLOGIA STORICA

Verso il 1000 a.C. primi insediamenti di pastori khoikhoi (ottentotti) che subentrano ai cacciatori san (boscimani). Successivamente, in un periodo imprecisato che si ritiene di poter collocare intorno al 300 d.C., altre popolazioni bantu penetrano nell’area australe da nord e da est.

1487 Bartolomeo Diaz raggiunge l’odierno Capo di Buona Speranza seguito, dieci anni più tardi, da Vasco de Gama che costeggia l’Africa orientale sbarcando nella zona da lui battezzata Natal.

1652 L’olandese Jan van Riebeeck stabilisce al Capo una stazione di rifornimento per le navi della Compagnia olandese delle Indie Orientali.

1652-1780 Affluiscono contadini olandesi calvinisti (“boeri”) che in poco più di un secolo sottomettono i nativi khoikhoi, san e xhosa.

1795-1806 Intervento della Gran Bretagna che, dopo alterne vicende, si assicura il possesso della colonia del Capo strappandola ai boeri.

1816-1828 Nella zona del Natal il re Shaka crea l’impero zulu.

1820 Alcune migliaia di coloni inglesi arrivano in Sudafrica.

1835-1845 Oltre cinquemila boeri abbandonano la colonia del Capo spostandosi ad est e a nord, dove fonderanno le repubbliche del Transvaal e dell’Orange. È il Grande Trek, evento centrale nella mitologia afrikaner.

1838 I boeri sconfiggono gli zulu nella battaglia di Blood River.

1860 Da parte degli inglesi, inizia l’importazione di lavoratori indiani nelle piantagioni di canna da zucchero che durerà per circa cinquant’anni.

1879 Conflitto armato fra inglesi e zulu che dopo un iniziale successo dei nativi si conclude con la loro disfatta e la fine dell’impero fondato dal re Shaka.

1877-1881 L’annessione del Transvaal da parte degli inglesi provoca il primo scontro armato con i boeri, che riescono a prevalere ripristinando lo status quo.

1882 Prima azione di protesta dei lavoratori africani con uno sciopero per ottenere aumenti salariali; viene fondata la prima organizzazione politica africana, l’lmbumba Yama Afrika.

1886 La scoperta di giacimenti auriferi nel Witwatersrand scatena la

febbre dell’oro che risveglia appetiti britannici con incursioni armate respinte dai boeri.

1899-1902 Guerra anglo-boera, durissima nei metodi, che termina con la vittoria britannica; viene costituita l’Unione Sudafricana come dominion della Corona comprendente il Transvaal, il Natal, l’Orange e la Colonia del Capo.

1912  Nasce il South African Native National Congress (SANNC) che nel 1923 prenderà il nome di African National Congress (ANC).

1913 Con il Natives Land Act la terra viene espropriata ai nativi, ai quali rimane soltanto il 7% del territorio definito come riserva (verrà portato al 13% neI 1936).

1918 Nasce. Nelson Rolihlahla Mandela,  di etnia xhosa. Nello stesso anno i nazionalisti boeri fondano la società segreta Afrikaner Broederbond.

1922 Fondazione del South African Communist party (SACP).

1924 La contrapposizione tra boeri e inglesi si ricompone nella coalizione fra National Party e Labour Party che si affermano nelle elezioni politiche; viene in tal modo sancito il potere dei bianchi  sulla popolazIone nera.

1943 Fondazione della Youth League dell’ANC guidata da Nelson Mandela.

1946 Sciopero di centomila minatori africani nel Rand; intervento della polizia che provoca morti, feriti e migliaia di arresti; le miniere vengono chiuse.

1948 Vittoria elettorale del National Party; il governo di D.F. Malan vara il suo programma che definisce la struttura politica del cosiddetto sviluppo separato, sancendo di fatto l’apartheid.

1949 La dirigenza dell’ANC adotta il programma della sua Lega giovanile la cui strategia prevede mobilitazioni di massa.

1950 Vengono emanate numerose leggi segregazioniste. Il partito comunista sudafricano è messo fuori legge.

1952 Albert Luthuli, Nobel per la pace nel 1960, diventa presidente dell’ANC e lo rimarrà fino alla morte (1967).

L’ANC lancia una campagna di .massa basata sulla disobbedienza civile e sulla resistenza passiva.

1955 L’ANC adotta la Freedom Charter (Carta della Libertà) a cui aderiscono il  Congresso Indiano, quello dei coloured (meticci) e dei democratici. I principi fondanti della Carta saranno la base della Costituzione del 1996.

1959 Scissione nell’ANC: si stacca l’ala africanista più radicale che fonda il Panafricanist Congress (PAC).

1960 Massacro di dimostranti pacifici ad opera della polizia a Sharpeville; indignazione a livello internazionale e risoluzione di censura dell’ONU a carico del governo sudafricano. Pretoria mette fuori legge tutte le organizzazioni dei neri, incluse ANC e PAC, che entrano in clandestinità e iniziano la lotta armata.

1961 ‘ANC crea una propria organizzazione armata clandestina, l’MK, diretta da Mandela; l’Unione Sudafricana esce dal Common-wealth proclamandosi Repubblica indipendente.

1962 La polizia arresta Mandela.

1964 Processo di Rivonia che vede imputato Mandela e i principali dirigenti dell’ANC, tutti condannati all’ergastolo o a lunghissime pene detentive.

1966 L’ONU condanna I’apartheid come crimine contro l’umanità.

1969 Steve Biko fonda la South African Students Organization (SASO).

1973 Viene costituito il movimento estremista di destra AWB, Afrikaner Weerstandbeweging, (Movimento di resistenza afrikaner) capeggiato da Eugene Terre’Blanche.

1974 Il Sudafrica viene sospeso dall’ONU e da altre organizzazioni internazionali, ed escluso dalle Olimpiadi.

1975 Il capo zulu Magosuthu Buthelezi rilancia l’organizzazione Inkatha, fondata nel 1928, che verrà usata e strumentalizzata da Pretoria contro i movimenti di liberazione.

1976 La polizia spara contro manifestanti disarmati a Soweto: sono oltre seicento le vittime degli scontri a catena innescati nel paese.

1977 Steve Biko viene arrestato ed assassinato in carcere.

1978 Sotto la presidenza di P.W. Botha il governo dà inizio alla “strategia totale” di repressione nei confronti dei neri.

1981 Conferenza internazionale dell’ONU sulle sanzioni da applicare al Sudafrica.

1984 Il Premio Nobel per la pace viene assegnato a Desmond Tutu, arcivescovo della chiesa anglicana sudafricana.

1985  Fondazione del Congress of South African Trade Union (COSATU), primo sindacato dei neri.

1989  F.W. de Klerk succede a P.W. Botha alla guida del National Party.

1990  Viene tolto il bando contro ANC, P AC e SACP; Mandela viene scarcerato ed ha inizio il rilascio generale dei prigionieri politici.

1991  Abrogazione progressiva delle leggi dell’ apartheid; inizio delle trattative tra governo e movimenti di liberazione per un nuovo ordine costituzionale.

1992  Periodo di transizione nel corso di difficilissimi, negoziati. Il paese è funestato da violenti scontri tra l’ANC e l’Inkatha che tenta di inserirsi nel dialogo costituzionale.

1993  Formazione di un governo di unità nazionale e approvazione di una Costituzione ad interim.

1994 Viene assassinato Chris Hani, uno dei principali leader dell’ANC e segretario del Partito comunista. Le elezioni generali sanciscono la vittoria dell’ANC. Nelson Mandela è eletto presidente con F .W. De Klerk e Thabo Mbeki vicepresidenti. Il Sudafrica viene riammesso all’ONU e in altre sedi internazionali.

1996 Viene approvata la Costituzione definitiva. Il National Party esce dal governo. Iniziano i lavori della Truth and Reconciliation Commission.

Il PREAMBOLO della Costituzione nordafricana

Noi, popolo del Sudafrica,
riconosciamo le ingiustizie del nostro passato,
onoriamo chi ha sofferto per la giustizia e la libertà nel nostro paese,
rispettiamo chi ha lavorato per la sua costruzione e sviluppo.
Noi, uniti nella nostra diversità,
crediamo che il Sudafrica deve appartenere a chi ci vive.
Noi intendiamo risanare le divisioni del passato ,
per costruire una società fondata
su valori di democrazia e di giustizia sociale,
e basata sui fondamentali diritti umani.

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