di Arnaldo Casali
15 primi ministri inglesi, 14 presidenti americani, 11 presidenti italiani, 7 papi.
Quando è morto Giovanni Paolo II la cosa che mi ha fatto più impressione è stata che dopo 30 anni di vita, un’istituzione smetteva di identificarsi con un uomo. Il papato, fino a quel momento, l’avevo studiato sui libri, ma il Papa era Wojtyla. L’unico papa che ricordavo.
Quando è morto Wojtyla, l’ultima persona ad identificarsi con un’istituzione è rimasta la Regina Elisabetta. L’ultima istituzione ad aver accompagnato tutta la mia vita, l’ultimo filo a legare 70 anni di Storia del mondo. Dai Beatles ai Coldplay, da Sean Connery a Daniel Graig, dalla Bloody Sunday alle Falkland, dall’Iraq all’Ucraina, da Wally Simpson a Lady Diana, dalla Seconda Guerra Mondiale alla pandemia.
La cosa che fa ancora più impressione, oggi, è che ad identificare la Corona inglese con Elisabetta II non sono i giovani, come era per Giovanni Paolo II.
Oggi persino gli ottantenni ricordano solo Elisabetta come regina.
Elisabetta è la Regina per me, come per mio padre. Sono davvero in pochi, oggi, quelli che possono ricordare quando in Inghilterra c’era il Re. E suona strano, davvero strano, dire Re Carlo III e pensare che l’inno nazionale – dopo 70 anni – cambierà titolo, passando da “God Save the Queen” a “God Save the King”.