LETTERA A MINOLI

Alla cortese attenzione di Giovanni Minoli,
Direttore RAI Educational   
 
 
         Egregio Direttore Minoli,
 
         Sono padre Benjamin.
         Quando mi è possibile, seguo sempre con vivo interesse le puntate di “La Storia siamo noi”. Sono fatte bene, con informazioni accurate e, per quanto possibile, con ricerche approfondite della verità storica.
Ieri sera ho seguito la puntata “La cattura di Saddam
[1]. Devo dire che sono rimasto sconcertato. Siete scivolati pericolosamente nel revisionismo storico. Peccato per la verità storica.
 
         Su quando è accaduto in Iraq e su quello che sta accadendo, senza pretese, penso di essere abbastanza informato. Per questo mi prendo la libertà, Direttore, di fermarmi con Lei su alcuni passaggi della puntata.

         Non voglio allungarmi sul cattivo gusto di costruire un’intera puntata (presentata come verità storica) tratta da una fiction di serie B, fatta male, ma sopratutto sponsorizzata, prodotta e realizzata dalla stessa macchina di propaganda e di disinformazione che, a suo tempo, informava l’opinione pubblica sulle terribili armi di distruzione di massa in possesso dell’Iraq o passava per veri i falsi documenti fabbricati dai Servizi di Intelligence inglesi ed italiani sul cosiddetto uranio della Niger che avrebbe comprato Saddam per fare la bomba atomica! Montagne di bugie per manipolare il Consiglio di Sicurezza ed ingannare gli Ispettori dell’ONU e l’opinione pubblica. La Bomba atomica di Saddam: un po’ come la propaganda sulla bomba atomica iraniana di oggi. Bombe che esistono soltanto nell’immaginario degli sponsor dell’Impero della Bugia, menzogne poi diffuse dalle Lobby delle aziende di disinformazione e manipolazione delle coscienze. Per fare la Storia così, siete veramente dei Maestri.
 
         Il filmato presentato (e la sua puntata) sbaglia già dall’inizio. Non è che l’Iraq è stato invaso per rovesciare Saddam ma l’Iraq è stato invaso (senza l’accordo dell’ONU, con il veto della Francia al Consiglio di sicurezza), invaso ed occupato unilateralmente per cercare delle armi di distruzione di massa che minacciavano il mondo intero, dicevano. Non per rovesciare un dittatore, per 20 anni amico dell’America e dell’Occidente.
Ecco la verità. Per il resto:
  • Il “famoso” Samir che racconta la sua versione dell’arresto di Saddam con la messa in scena del 13 dicembre 2003 a Tikrit ha dimenticato di raccontare cosa è successo prima, dove è accaduto e come è accaduto. Ha anche dimenticato di specificare i tipi di torture subiti dalla guardia del corpo di Saddam (e da altri iracheni): morto sotto le torture e poi gli hanno sparato, prima di buttare il corpo per strada per far credere ad una vendetta. Inoltre, nel 2001, ho avuto a proposito del signor Samir, da uno dei dirigenti del partito Baat’h a Baghdad, una ben altra versione sul suo passato in Iraq e sulla sua fuga negli Stati Uniti.
  • L’arresto di Saddam a Tikrit è nello stesso stile della liberazione del soldato Jessica Lynch a Al Nassirya. Tutta una montatura. Non c’era un solo militare iracheno nell’ospedale di Al Nassirya e la Jessica era curata dai medici iracheni. Vergogna. Manipolare così la verità storica è da far vomitare il canone RAI.
  • Sull’arresto di Saddam, però, anche il capo della Resistenza iracheno, attualmente in esilio in un paese arabo per coordinare la Resistenza, ha tutt’ altra versione dell’arresto di Saddam.
  • Inoltre, recentemente, ho ripreso in video un incontro, con colloquio e dichiarazioni dell’avvocato iracheno di Tareq Aziz. Non posso pubblicare il documento senza mettere a rischio la vita di diverse persone in Iraq ed anche all’estero. Verrà comunque di certo il tempo per poterlo pubblicare. Pertanto, è un fatto certo: la luna di miele tra americani e sciiti è finita. Un Iran Sciita ed un Iraq sciita: c’è qualche rischio in prospettiva. Un po’ come con Osama bin Laden: un giorno è amico degli americani e della CIA, un altro giorno è nemico. Oggi, gli stessi americani liberatori degli sciiti stanno armando i sunniti, fanno proposte di governo ad ex del partito Baat’h, e senza vergogna alcuna, anche a ex ministri di Saddam!
  • Un’ altra interessante puntata da fare sarebbe: perché hanno impiccato Saddam per la morte di 148 sciiti e non per la strage dello sterminio dei Kurdi di Haladja con gas chimici? Ecco Direttore, una prima ed importante risposta la troverà nel rapporto presentato al Congresso nel 1989 sulla strage di Haladja. Nel 1991, all’indomani della Guerra del Golfo, la pubblicazione di questo rapporto è sparita dall’istituto Strategico del Collegio di guerra degli Stati Uniti che aveva effettuato l’inchiesta e pubblicato il rapporto (97 pagine). Ho, comunque, una copia a Sua disposizione. Vedrà direttore, è molto interessante.
 
         Mi permetta un’ultima cosa, se ha avuto la pazienza di leggermi fino a qui. A qualche idea del perché i Servizi segreti francesi, quando Tareq Aziz è venuto in Italia per incontrare Papa Giovanni Paolo II (12-15 febbraio 2003), hanno proposto l’asilo politico a Tareq Aziz, con mezzi di trasporti pronti a portarlo in Francia? Lui ha rifiutato, ma ha comunque lasciato in Italia qualche documento molto interessante.
 
         La prego, Lei è un bravo giornalista e fa un lavoro, con La Storia siamo noi, molto utile ed interessante. Se vuole veramente informare l’opinione pubblica perché non fa una puntata sulle torture di Abu Graib, pubblica alcuni filmati ripresi dai militari americani sullo sterminio di genitori iracheni e stupri davanti ai bambini, esistono interessanti video, fatti dai protagonisti. Perché non fa un’inchiesta sui “Comandi della Morte”, sponsorizzati dal Ministero dell’Interno iracheno? Comandi della Morte che sterminano intere famiglie, ne sequestrano altre, torturano. Perché non parlare anche delle barbare atrocità compiute dagli agenti di queste società di “sicurezza” americane, tipo “Blackwater” (altro che la Mafia), che lavorano in Iraq divertendosi a sparare contro delle auto che passano, sterminando senza ragione intere famiglie. Imprese che esercitano legalmente il crimine, la torture e lo sterminio di uomini, donne e bambini, sotto pagamento, senza essere inquisiti né dall’ONU né da nessun organismo internazionale, senza il rischio di essere un giorno tradotte davanti un tribunale internazionale per crimini contro l’umanità.
 
         Mi permetta di dirLe Direttore, fare la Storia è bene, ma in tal caso, bisogna avere anche “le palle” per farla onestamente, senza manipolazione, senza nascondere la Verità, anche con il rischio di dispiacere ai Signori delle Bugie di Washington e ai loro amici e complici.
 
         Un’ ultima richiesta, visto che siamo a Natale: perché non dedica una puntata su cosa è diventata in Iraq la Comunità cristiana con l’esodo di altre 250.000 cristiani dall’Iraq dal 2003 ad oggi, con suore, preti e vescovi sequestrati, torturati ed ammazzati. Con i seminari cristiani chiusi, i negozi cristiani chiusi perché vendono dell’alcool. In una parola: il capolavoro di democrazia del nuovo Iraq. Io per sette anni sono andato in Iraq ogni tre/quattro mesi, gli iracheni non si ammazzavano tra di loro, i cristiani vivevano in pace, non c’erano bombe dappertutto con una media di 120 morti al giorno (da più di quattro anni oramai), il Paese era sotto controllo, non c’erano armi di distruzione di massa, in breve: una tremenda dittatura.
Buon Natale Direttore.
La saluto cordialmente.

Jean-Marie Benjamin
11 dicembre 2007
 



[1] RAIDUE, Lunedì 10 dicembre 2007, ore 23.30
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