L’ARTE AL POTERE

di Arnaldo Casali

La scelta di un poeta come assessore alla cultura, da parte di Leonardo Latini, era già un segnale forte. La scelta dell’assessore alla cultura come vicesindaco è stato un segnale ancora più forte. Oggi scopriamo che il nuovo sindaco di Terni ha una lunga esperienza come attore, e il teatro comunale che oggi si trova a gestire lo ha frequentato molto non solo in platea ma anche sul palco.

Direi che adesso si spiega tutto, a cominciare dal discorso di insediamento, incentrato tutto sulla rinascita culturale della città, quando da un sindaco leghista ti aspetteresti piuttosto discorsi sulla sicurezza.

Il 22 luglio Leonardo Latini ha dato un altro segnale forte, presentandosi insieme al vicesindaco Andrea Giuli e all’assessore Valeria Alessandrini allo spettacolo Passione e potere nell’impero andato in scena al teatro romano di Carsulae.

Uno spettacolo che fa parte di una rassegna organizzata da privati, alternativa a quella ufficiale del Comune di Terni e che riunisce alcune delle più grandi eccellenze artistiche della città, finora del tutto ignorate dalle istituzioni: Riccardo Leonelli è forse il più importante attore ternano; uscito dall’Accademia d’arte drammatica, ha lavorato con i più grandi nomi del teatro e del cinema, a cominciare da Michele Placido (di cui ha interpretato anche il film Vallanzasca); divenuto celebre grazie a molte fiction televisive, è stato protagonista di due film del regista polacco Krzysztof Zanussi e ha curato la regia dello spettacolo realizzato in occasione della beatificazione di Giovanni Paolo II, con un cast stellare che comprendeva Autieri, Dapporto, Gemma, Giordana, Guerritore, Lo Verso, Pannofino, Salvi, Siravo e Wertmüller.

Stefano de Majo è molto più che un attore: scrittore, commediografo, organizzatore culturale, negli ultimi anni si è imposto di fatto come il principale protagonista della vita culturale cittadina coinvolgendo decine di realtà diverse nei suoi progetti, fino ad arrivare alla realizzazione di uno dei carri di maggio più apprezzati dell’ultima edizione e a trasferte oltralpe per esportare le risorse culturali del territorio.

Mariavittoria Cozzella diciotto anni fa – bambina – era tra i protagonisti di Sei forte maestro”  e oggi è una promessa mantenuta, attiva in teatro e in televisione. Ovviamente, non a Terni.

Passione e potere nell’impero, che attraverso brani tratti da grandi classici della letteratura come Shakespeare e Yourcenar, racconta le vicende di Antonio e Cleopatra, Caligola e Adriano, è un vecchio sogno finalmente realizzato: quello di raccontare una storia sull’antica Roma nel teatro romano del parco archeologico di Carsulae, allestendo il dramma proprio come si faceva nell’antica Roma, senza microfoni e senza riflettori: lo spettacolo è andato quindi in scena in pieno giorno e si è concluso al tramonto.

Un evento unico e suggestivo, che nessuno aveva mai sperimentato. D’altra parte non è certo un caso se Leonelli e de Majo sono tra i principali esponenti di una vera e propria “controcultura” ternana: quella che di fronte ad una linea politica  la cui parola d’ordine era “contemporaneo” si è ostinata a proporre i grandi classici, quella che in una città che investiva solo sull’archeologia industriale convinta che Terni sia nata con le acciaierie, ha cercato in ogni modo di valorizzare anche grandi tesori di storia romana, preromana, medievale e rinascimentale che l’antica Interamna custodisce. Quella che in un mondo intellettuale chiuso e autoreferenziale, convinto che “se disturba è arte” e se non si capisce è meglio, ha continuato ad inseguire una cultura popolare, spettacoli pensati per il pubblico e non per cerchie ristrette di intellettuali, cercando di coniugare ricerca e didattica; in altre parole, facendo crescere il livello culturale della città.

E’ stata una vera e propria opera di “resistenza culturale” durata quasi vent’anni. E non è certo un caso se Leonelli e de Majo siano stati tra i fondatori di “StraValentino”, il contro-festival nato nel 2009 come forma di protesta nei confronti della gestione degli eventi valentiniani e che ha riunito negli anni decine di attori, pittori, architetti, musicisti, cantanti, storici, commercianti, giornalisti e semplici cittadini convinti che “un’altra cultura è possibile”.

La presenza del sindaco, del vicesindaco e di un assessore allo spettacolo di domenica – cosa mai vista prima, tanto più per un evento indipendente – assume allora un significato importante per quello che potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova primavera per la città di Terni.


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L’INSEDIAMENTO DEL SINDACO COME LA VITA E’ BELLA

E’ sembrata uno spettacolo di Roberto Benigni, la prima seduta del Consiglio Comunale di Terni: inizio di una comicità dirompente, finale commovente fino alle lacrime.

Alla situazione surreale da teatro dell’assurdo, con il Consiglio bloccato per oltre un’ora perché qualcuno si era dimenticato di fare le fotocopie di documenti da consegnare a tutti i consiglieri e non si trovava una fotocopiatrice che funzionasse, si sono aggiunte schermaglie tra membri della giunta e quelli della (neo) opposizione degne dei vecchi tempi: “Buffone!” grida appena insediato l’assessore Melasecche all’indirizzo del consigliere del Pd Orsini, “Camaleonte!” ribatte lui.

Non mancano le gaffe: il consigliere Orlando Masselli viene ripetutamente chiamato dall’addetta “Massarelli”, Leonelli della Lega ripete due volte la parola “boicottamento” e viene ripresa da Filipponi del Pd: “Si dice boicottaggio”. Poi però lui stesso afferma che “il Pd lavorerà nel suo ruolo in maggioranza”. “Ti piacerebbe, adesso state in minoranza! – si sente rispondere – non ci siete abituati, eh?”.

La battuta più celebre resta quella del presidente del Consiglio pro tempore Emanuele Fiorini (a cui spettava il ruolo in quanto consigliere più votato) che regala più di una perla alla giornata: “Passo la parola al presidente” dice rivolto a Giuseppe Aronica. “Ma il presidente sei tu – risponde quello – io sono il segretario!”. E dopo cinque minuti ci ricasca. Proprio non lo vuole fare, il presidente. E infatti, spazientito dall’aggressività di Orsini, uscendo decisamente dal suo ruolo istituzionale regala un’altra perla: “Eravate la maggioranza: siete rimasti in cinque. Alle prossime elezioni finirete a zero!”. Poi, esasperato dall’ostruzionismo di Pd e Cinque Stelle, fa: “Ci sono altri interventi? Però, per favore, adesso solo se si tratta di cose serie”. Patrizia Braghiroli del Movimento 5 Stelle scatta in piedi e si lascia andare a un “Ma che stai a dì? Noi è di cose serie che stiamo parlando!”.

Quando però prende la parola il sindaco Latini, inizia il secondo tempo di La vita è bella.

Al termine della campagna elettorale più velenosa e aggressiva degli ultimi trent’anni e di una seduta altrettanto velenosa, il sindaco della Lega, quello già accusato preventivamente  di voler instaurare un regime autoritario quasi di stampo neofascista, fa un discorso che non è leghista, né di destra; non è nemmeno un discorso da vincitore:  sono del tutto assenti le accuse non agli oppositori di oggi, ma anche agli amministratori di ieri che hanno lasciato un Comune disastrato. E’ un discorso di rinascita e di riconciliazione, di responsabilità e di responsabilizzazione.

“Tutto il nostro impegno, tutto il nostro entusiasmo, tutte le nostre competenze – dice – saranno messe a disposizione per far sì che Terni torni innanzitutto ad essere città. Tornare ad essere città, per me vuol dire che Terni e i ternani devono ritrovare la voglia di vivere e di affrontare le sfide insieme, sentendosi comunità, riscoprendo, o reinventando la propria identità. Ma – ad ogni costo – dobbiamo far prevalere la logica del noi su quella dell’io”.

“Terni non sia mai più la città dei veleni. Non più città dei veleni dell’aria, dell’acqua, della terra, ma che non sia più nemmeno la città dei veleni nei rapporti tra i cittadini, tra le parti politiche anche contrapposte, tra le sue diverse componenti. Mi auguro per questo un grande salto culturale, per il quale m’impegnerò in prima persona. Non è più il tempo delle polemiche sterili: è quello del confronto e dell’arricchimento reciproco”.

Tutti i consiglieri si alzano in piedi e applaudono. Compreso Thomas De Luca.

(foto di Arnaldo Casali e Carlo De Sol)

 

 

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