LATINI CONTRO DE LUCA: COMUNQUE VADA SARA’ UN SUCCESSO

di Arnaldo Casali

Quando è stato annunciato che Matteo Salvini sarebbe tornato a Terni per il ballottaggio, qualcuno si è chiesto, ironicamente, se a fargli da autista sarebbe stato Luigi Di Maio.

Eppure, a dispetto dell’alleanza di governo, tra il candidato a sindaco di Terni della Lega e quello del Movimento 5 Stelle, ci sono effettivamente enormi differenze: Latini è un professionista prestato alla politica, De Luca un politico professionista; Latini un quarantenne pacato seppure leghista, De Luca un ventenne carismatico e aggressivo, De Luca viene dalla sinistra, Latini dalla destra. Eppure hanno anche molto in comune, a prescindere dal fatto che – chiunque vinca – la nuova amministrazione segnerà la storia di Terni, dopo 70 anni di governi comunisti e post-comunisti con la sola parentesi di 7 anni della giunta Ciaurro; per esempio, sono entrambi sposati e diventati padri da pochi mesi e saranno tra i sindaci più giovani della storia di Terni.

1) LE CURIOSITA’

Salvini-Latini, Di Maio-De Luca: oltre all’assonanza nel nome, i due candidati ternani hanno anche la stessa età del loro leader nazionale: Latini, classe 1974, ha appena un anno meno di Salvini, De Luca, classe 1988, ha due anni meno di Di Maio.
Paradossalmente, però, De Luca appare aggressivo e carismatico come Salvini, mentre la compostezza di Latini lo rende senza dubbio più vicino a De Maio che al suo leader.
D’altra parte Latini, professionista che entra nelle istituzioni per mettersi a servizio della sua comunità appare molto più grillino di De Luca, che – con l’esperienza maturata in quattro anni vissuti da protagonista in Consiglio Comunale – ancora una volta ricorda più Salvini che il prototipo del sindaco grillino.

Il candidato leghista appartiene ad un’altra generazione, rispetto al pentastellato (14 anni di differenza); entrambi, però, sono molto più giovani dei sindaci che li hanno preceduti (tanto Raffaelli che Di Girolamo sono nati negli anni ’50).

Certo è che se Salvini è venuto ben 9 volte a Terni ed è tornato a sostenere il suo candidato in un bagno di folla a tre giorni dal voto, Di Maio si è visto solo una volta. Ma per tenere testa al leader della Lega non sarebbe bastato nemmeno lui: ci sarebbe voluto Beppe Grillo in persona, che – però – da politico è venuto a Terni una volta sola: nel dicembre del 2012.

Quando Di Maio è arrivato, ha fatto discutere l’affermazione secondo cui, se De Luca diventasse sindaco, Terni avrebbe avuto un “governo amico”. Oggi se c’è una certezza è che Terni avrà un “governo amico” anche se vince Latini.

2) IL CURRICULUM

Leonardo Latini dopo il diploma al liceo classico si è laureato in legge e ha intrapreso la carriera di avvocato.
Non ha mai fatto politica attiva e ha accettato di mettersi a disposizione della Lega per la candidatura a sindaco di Terni, ricevendo in seguito anche l’appoggio di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Popolo della famiglia e una lista civica costituita da transfughi di altre liste sia di destra che di sinistra.

Thomas De Luca dopo essersi diplomato alle professionali, ha svolto diversi lavori (tra cui il macellaio e il grafico) e quattro anni fa è stato eletto in Consiglio Comunale dedicandosi alla politica quasi a tempo pieno. La vocazione da sindaco ce l’ha sempre avuta: nel 2014 è stato candidato alle primarie del Movimento 5 Stelle ed è stato sconfitto da Angelica Trenta. Quest’anno è riuscito a imporre la sua candidatura senza passare attraverso le primarie.

3) PLURALISMO VS. COMPATTEZZA

I due scenari che si prospettano – nella visione più catastrofica – sono quelli di un sindaco ostaggio della sua maggioranza o di una maggioranza ostaggio del suo sindaco.

Leonardo Latini sarà sostenuto in Consiglio Comunale da 20 consiglieri comunali di 4 diverse forze politiche. Tra di essi ci sono figure stimatissime e personaggi considerati da molti “impresentabili”, consiglieri comunali uscenti (come Francesco Maria Ferranti FI e Marco C. Cecconi) e assessori della gloriosa giunta Ciaurro (Enrico Melasecche e Paolo Cicchini). Tra alcuni di loro ci sono idee diverse e una convivenza forzata. Latini sarà quindi costretto a fare da mediatore tra molti interessi, dovrà fare attenzione a mantenere equilibri politici e questo potrebbe minare la sua libertà di azione. Insomma, per Latini si preannuncia una maggioranza litigiosa ma dinamica e pluralista.

Thomas De Luca, al contrario, sarà sostenuto in Consiglio Comunale da 20 consiglieri comunali della stessa forza politica, tutti scelti personalmente da lui. E quasi tutti sconosciuti, a parte i consiglieri comunali uscenti (Pococacio, Pasculli e Braghiroli), e qualche eccezione come Luca Simonetti (figlio di Carlo Alberto, intellettuale molto noto in città) e Serenella Bartolomei (attiva nella difesa dell’ambiente con Ecological Point). Tra di loro sono tutti amici e tutti fedelissimi al leader. Nemmeno una parola fuori posto, né un’esternazione non concordata e approvata.
De Luca può contare quindi su una maggioranza compatta e granitica. Anche troppo.

Se Latini rischia di finire ricattato dalle maggioranze come Di Girolamo, De Luca rischia di trasformarsi in un “piccolo dittatore” circondato da yes man.

Va aggiunto che, a causa della legge elettorale, il centrodestra – in caso di vittoria di Latini – prenderebbe il 60% dei seggi con il 49% dei voti, mentre il M5s prenderebbe il 60% dei seggi con il 25% dei voti. In caso di vittoria di De Luca, quindi, a farne le spese sarebbero – paradossalmente – anche i candidati di sinistra come Alessandro Gentiletti e alcuni dei PD, che entreranno in consiglio solo se vince Latini, mentre se vince De Luca entreranno in Consiglio candidati che hanno preso 91 preferenze e resteranno fuori altri che ne hanno prese 264.

4) LA MELA DELLA DISCORDIA

Figura ingombrante per entrambi i candidati è Enrico Melasecche. Fino all’altro ieri sodale e “maestro” di Thomas De Luca e oggi consigliere e assessore in pectore di Leonardo Latini.

Funzionario della Banca d’Italia, entra in politica come assessore e poi vicesindaco di Ciaurro; accusato di essere l’artefice della caduta dello stesso nel 1999, si è candidato a sindaco per ben tre volte, è stato consigliere regionale e consigliere comunale per 25 anni consecutivi.
Principale oppositore delle giunte di sinistra e poco amato anche a destra, ha cambiato cinque volte famiglia politica (Terni Insieme, Forza Italia, Udc, I love Terni, Lega). Odiato più per il suo accento che per il suo modo di fare politica, è il grande protagonista dell’ultima polemica di questa campagna elettorale, che lo ha visto sferrare un attacco pesantissimo proprio contro De Luca. Polemica che ha visto restare in un presumibilmente imbarazzato silenzio l’anello di congiunzione tra i due: Andrea Liberati, consigliere regionale del M5s e al tempo stesso pupillo di Melasecche e nume tutelare di De Luca.

Militante di Forza Italia, consigliere comunale a San Gemini e assistente di Melasecche, Liberati era stato anche capolista di una forza politica da lui stesso fondata – Change for Terni – che appoggiava la candidatura a sindaco di Melasecche nel 2009. Entrato nel Movimento 5 Stelle nel 2014 è stato candidato come presidente della Regione nel 2015.

5) IN AMORE VINCE CHI FUGGE (E IN POLITICA?)

Sin dall’inizio della campagna elettorale, ma in modo particolare negli ultimi giorni, si è evidenziata una differenza enorme di stile tra i due contendenti.

Di fatto per settimane Thomas De Luca è apparso inseguire Leonardo Latini, sia attraverso confronti diretti (a cui il candidato leghista si è spesso sottratto) sia attraverso una crescente aggressività culminata nei giorni scorsi con un vero tentativo di “sputtanamento” dell’avversario. Mai, è bene precisarlo, diretto al candidato a sindaco (con il quale non sono mai mancati sorrisi e strette di mano) né tanto meno al suo partito (Salvini è alleato troppo prezioso di Di Maio) ma ai consiglieri della sua maggioranza, e – più in generale – all’ideologia di cui è portavoce.

Di fatto, per cercare di rimontare l’enorme divario uscito dal primo turno, De Luca ha puntato tutto sull’identità di sinistra della città di Terni evocando scenari catastrofici in caso di vittoria della destra. Insomma, per marcare la differenza da Latini ha dovuto cercare di convincere i ternani che il Movimento 5 Stelle è di sinistra. La cosa paradossale è che quattro anni fa Angelica Trenta, per marcare la differenza da Di Girolamo, aveva dovuto fare esattamente l’opposto.

D’altra parte la “ragion di Stato” ha messo De Luca nella frustrante condizione di non poter criticare né il partito del suo rivale né il pur discusso leader dello stesso, situazione paradossale per un movimento – il 5 stelle – nato come insieme di liste civiche e oggi sottomesso palesemente agli interessi nazionali. Così il candidato pentastellato ha dovuto concentrare tutta la sua aggressività contro gli altri partiti del centro destra e i suoi candidati locali. Come dire, voglio spararti, ma siccome non posso mirare al cuore mi sfogo sulle mani e suoi piedi.

Al tempo stesso, a spuntare le armi di De Luca, il fatto di trovarsi di fronte un candidato che – proprio come lui – rappresenta la novità e l’opposizione alle vecchie giunte. Dovendo criticare l’avversario e rimontare nei consensi, dunque, Thomas si è dovuto lanciare in un processo alle intenzioni che è spesso apparso arrogante e inconsistente, tanto più di fronte all’atteggiamento pacifico e sornione di Leonardo.

Di fronte ai continui attacchi (a sentire Thomas De Luca se Leonardo Latini diventa sindaco di Terni tutte le aziende partecipate verranno svendute, gli inceneritori continueranno a inquinare, i dipendenti comunali che non si assoggetteranno a politiche omofobe saranno cacciati e celebrare la Liberazione diventerà reato, ha inoltre interpretato un atto vandalico – la macchina rigata – come gesto politico dei leghisti, e si è spinto a tali a visioni catastrofiste che un ridicolo manifesto realizzato da militanti cinque stelle è stato scambiato per un fake) culminati nell’invito ai suoi sostenitori a fischiare l’avversario durante il dibattito a Palazzo Gazzoli, Latini non ha minimamente reagito. Quasi che più che gazzella inseguita dal leone, Latini si sentisse come l’elefante stuprato da un topolino di una vecchia barzelletta.

6) IMMIGRAZIONE: RISORSA O PROBLEMA?

Quando Thomas affronta tematiche su cui ha grande competenza – come quelle relative all’ambiente, alle energie alternative e il polo universitario – risulta molto più incisivo di Latini. In compenso, quando si trova in difficoltà diventa il classico politico che parla tanto senza dire niente.

E’ il caso di questo argomento, che senza dubbio mette particolarmente in imbarazzo il Movimento 5 Stelle.

Di fronte alla domanda se l’immigrazione sia una risorsa o un problema, De Luca cita dati, le etnie presenti in città, parla di urbanistica, di problematiche sociali che – a causa delle passate amministrazioni – rendono Terni un luogo dove si vive male (“bambini e anziani si sentono stranieri in casa loro, gli immigrati sono in sala d’aspetto aspettando opportunità che non arriveranno mai”). Ma di fatto non risponde alla domanda, e non spiega cosa intende fare.

Leonardo Latini, invece, risponde sempre. Anche quando sa di dire cose discutibili: in questo caso dice cose molto giuste e altre discutibili, come l’equazione (fatta già nell’intervista all’Istess e alla serata Popoli e Religioni) tra criminalità e immigrazione irregolare.

Insomma, pur tenendosi ben lontano da discorsi razzisti e dai toni sprezzanti di Salvini, Latini continua a considerare gli immigrati regolari quelli “buoni” e gli irregolari quelli “cattivi”, come se la disperazione fosse una colpa, come se la necessità di fuggire dal proprio paese e cercare fortuna all’estero senza avere già un lavoro sicuro o i documenti in regola fosse un crimine.

Aggiunge, però, il candidato della Lega, che “non c’è una correlazione diretta tra immigrazione e criminalità, ma il fenomeno della criminalità aumenta con l’immigrazione”. E queste sono parole sacrosante. Non è tra gli immigrati, che vanno cercati i delinquenti, ma sicuramente più aumentano i flussi migratori, più aumentano anche quelli criminali. Questo non significa certo, però, che si possano criminalizzare gli immigrati. Ricordiamoci che l’emigrazione degli italiani in America ha generato Al Capone, Lucky Luciano, ma anche Martin Scorsese, Al Pacino, Leonardo Di Caprio. E Frank Sinatra, che stava un po’ lì in mezzo.

Dispiace però che nessuno dei due parli seriamente di politiche di sicurezza tirando fuori i problemi reali (e cioè il garantismo della magistratura ternana, che vanifica il lavoro delle forze dell’ordine, l’enorme diffusione della cocaina, che porta Terni ad essere “la capitale dello spaccio”) né di quelle relative all’integrazione degli immigrati. Perché più che l’irregolarità di chi arriva, sono i ghetti che si formano a creare più problemi. Non a caso la maggior parte degli episodi di violenza avvengono all’interno delle stesse comunità etniche, o tra comunità etniche rivali, con gente che spesso non parla nemmeno l’italiano.

Noi con Popoli e Religioni – Terni Film Festival lavoriamo da anni per l’integrazione degli stranieri nel tessuto culturale della città. Credo che l’ignoranza e l’emarginazione siano il pericolo principale. E spero che i nostri candidati ne prendano piena coscienza.

E poi io non mi stanco di ripeterlo: si è detto che l’assassino di David Raggi era marocchino, si è detto che era irregolare. Non si è detto che era spacciatore, e che in certi locali del centro, gli spacciatori sono più ben visti dei poliziotti.

7) LA GIUNTA

Leonardo Latini non ha lasciato trapelare nessun nome della squadra a cui affiderà il governo della città, lasciando così che si scatenassero voci incontrollate su nomi discussi se non imbarazzanti. Per questo ho cercato di informarmi un po’ di più sull’argomento.

Sicuramente, a differenza di De Luca che farà riferimento solo al suo partito, Latini dovrà accontentarne quattro; per forza di cose – quindi – terrà conto di determinati equilibri.

Durante l’intervista che gli feci sul palco di StraValentino nel 2012 – Leopoldo Di Girolamo, già allora ostaggio della faida tra i partiti della maggioranza di centro sinistra – alla mia critica riguardo alla logica delle spartizioni, rivendicò la legittimità di quel metodo, sostenendo che gli assessorati devono essere assegnati in base alla rappresentanza politica.

Devo dire che Leonardo Latini, quando gli ho fatto la stessa domanda durante l’incontro all’Istess – Istituto di Studi Teologici e Storico-Sociali, sotto questo profilo mi ha rassicurato: pur rappresentando i partiti della maggioranza, ha detto, gli assessorati saranno assegnati in base alla competenza e non al risultato elettorale.

Insomma nessuno diventerà assessore solo perché ha preso un sacco di voti.

Sembra quindi che non ci sia alcuna possibilità di ritrovarsi assessori Cico Ferranti o Emanuele Fiorini. E informazioni che mi arrivano da fonti confidenziali confermano questa affermazione, privandola del valore ipotetico. Dunque né Ferranti né Fiorini saranno assessori con Latini. E’ invece molto probabile che ritroveremo almeno un pezzo della vecchia e gloriosa giunta Ciaurro.

Quanto all’assessorato alla cultura, che è quello che personalmente mi preme di più, potrebbe essere una figura al di fuori del Consiglio Comunale. Nessun nome è trapelato per ora né in pubblico né in privato, ma tutto sommato che sia un addetto ai lavori e non un politico, mi sembra una buona notizia.

Thomas De Luca ha invece anticipato già una parte della sua giunta, composta in base alle competenze e non in base ai meriti politici.

L’idea che mantenga lui la delega all’ambiente, in realtà non la condivido, perché penso che un sindaco debba fare il sindaco, e non l’assessore all’ambiente. Se assume due incarichi così delicati rischia di non fare bene né il sindaco né l’assessore. D’altra parte credo che a Terni e all’interno dello stesso Movimento non manchino persone competenti, penso ad esempio a Serenella Bartolomei.

Mi piace moltissimo, invece, l’idea di un assessorato alla sanità, e l’idea di affidarlo a Claudio Fiorelli, che non solo è un medico autorevole, ma è anche il promotore della Terni città cardioprotetta. Se sotto la sua amministrazione si riuscisse ad avere defibrillatori in tutti i luoghi pubblici si potrebbero salvare migliaia di vite. Basterebbe, da solo, a fare la storia della città.

Non mi interesso di sport e detesto con tutto il mio cuore la Ternana, ma l’idea di fare Riccardo Zampagna assessore allo sport è una gran figata. Ammettiamolo: è un’idea geniale. Al di là del fatto che si presume che sia anche competente in materia, resta comunque un simbolo, un vessillo, e la rinascita della città ha bisogno anche di bandiere.

Lo stesso tipo di bandiera, in tutta franchezza, io vorrei anche alla cultura. Durante l’anteprima di Popoli e Religioni – Terni Film Festival ho lanciato un suggerimento a tutti i candidati: Luca Manfredi, o un personaggio di questo genere; un importante nome del cinema, cioè, particolarmente legato a Terni. Thomas all’orecchio mi ha detto il nome del suo assessore: per correttezza non lo posso rivelare, ma posso garantire che – sì – è un’altra idea geniale. Un altro vessillo e un segnale importante per il futuro della città del cinema.

8) AQUARIUS

La differenza tra Lega e Movimento 5 Stelle è che quelli della Lega vogliono abbandonare in mare 629 persone (tra i quali 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte), perché in Italia – secondo loro – siamo già troppi.
Quelli del Movimento 5 Stelle, invece, vorrebbero accoglierli e aiutarli, però non lo possono dire né tanto meno fare, perché altrimenti Salvini si incazza, gli toglie l’osso dalla bocca e li rispedisce subito all’opposizione. E tutto questo, inutile negarlo, ha avuto un impatto molto pesante anche sulla campagna elettorale per le amministrative.


De Luca e Latini a confronto su cinema e immigrazione all’anteprima di Popoli e Religioni – Terni Film Festival

Incontro con i candidati a sindaco di Terni – THOMAS DE LUCA(Movimento 5 Stelle)

Gepostet von Istess – Istituto di Studi Teologici e Storico-Sociali am Samstag, 2. Juni 2018

Intervista a Thomas De Luca

Gepostet von Istess – Istituto di Studi Teologici e Storico-Sociali am Donnerstag, 31. Mai 2018

Intervista a Leonardo Latini

Chi voterai come sindaco di Terni?

Gepostet von Adesso am Donnerstag, 14. Juni 2018

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