“Keep the radical left in check”: l’Economist suggerisce al PD la ricetta per la vittoria.

 

di Michelle Crisantemi


“keep the radical left in check” (tenere sotto controllo la sinistra radicale) : questa è secondo “l’Economist” la ricetta per la vittoria del PD alle prossime elezioni. Secondo il settimanale londinese, infatti, una vittoria della coalizione PD- SEL appare molto probabile (secondo gli ultimi sondaggi il PD ha il 33% dei consensi e SEL il 6%, abbastanza per ottenere la maggioranza in Parlamento) e qualora fosse in grado di assicurarsi una maggioranza abbondante, sarebbe ben accolta dai mercati. Fu infatti la politica del governo Prodi del 1996 quella che assicurò all’Italia l’entrata nell’euro. Tuttavia, il settimanale esprime le sue preoccupazioni riguardo un nuovo probabile governo Bersani, soprattutto dovute alle divisioni interne al PD, causate dall’insorgere di una corrente più moderata capeggiata da Matteo Renzi, contro il quale Bersani si è dovuto scontrare alle primarie dello scorso Dicembre. Il ricambio generazionale che sta avvenendo all’interno del PD (in Lombardia al vertice delle liste c’è un candidato di 31 anni e a Palermo una di 27) può aiutare a sedare le lotte interne al partito, ma soltanto tenendo sotto controllo la sinistra radicale, responsabile della caduta dell’ultimo governo Prodi, il PD potrà sperare di dare (in caso di vittoria) un governo stabile all’Italia. Il più grande ostacolo alla vittoria di Bersani alle prossime elezioni è, secondo “l’Economst”, Mario Monti, qualora come outsider della politica, può facilmente fare leva su quel 40% degli elettori italiani che ancora dichiarano di non sapere per chi votare. Proprio il consenso che Monti può riscuotere tra gli elettori italiani porterebbe a una situazione d’instabilità al Senato, dove la coalizione PD- SEL non riuscirebbe a governare da sola. Questo, suggerisce il settimanale, potrebbe portare a un’alleanza tra la coalizione e il Premier dimissionario, alleanza che potrebbe essere un contrappeso significativo al potere della sinistra radicale.

 

 

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