In ricordo di Marcello Ghione (1928-2012)

Immaginava, Marcello Ghione, un palloncino rosso «che sia con noi e non ce lassa manco se lo voi, e quanno finirà sta vita nostra ce arporterà lassù, stù palluncinu, passanno fra le stelle d’oro finu lungu ’na strada fatta propriu apposta»
Con Ghione, scomparso il 21 maggio 2012 a 84 anni, se ne va forse l’ultimo cantore della Terni che fu. Sicuramente il più poliedrico.
Pittore, scrittore, poeta, commediografo, era nato a Terni il 27 agosto 1928, figlio di un tenente colonnello medaglia d’oro al valor militare, morto il 3 gennaio 1941 durante l’assedio inglese a Bardia in Africa settentrionale. Una tragedia che segnò nel profondo l’animo del figlio tredicenne, che proprio in quell’occasione scrisse la sua prima poesia.
Dopo essersi laureato in Giurisprudenza, Ghione entra a lavorare alla Carit e a trent’anni pubblica la sua prima raccolta di poesie (Lacrime di splendore, 1959). Seguiranno 17 libri, di cui 14 raccolte di poesie in italiano e in ternano, 3 opere di narrativa (alcune delle quali vengono adottate nelle scuole medie), sei commedie in dialetto e innumerevoli testi di canzoni.
Nel 1978 una grave malattia – la mielite traversa – lo costringe sulla sedia a rotelle: Marcello lascia il lavoro ma inizia a dipingere con straordinario successo, tanto da varcare con la sua fama i confini della Conca ed entrare in una cerchia di artisti e critici di cui fanno parte personaggi leggendari della cultura ternana come Felice Fatati e Guido Mirimao.
Oltre alla moglie lascia tre figli e 6 nipoti. Il funerale sarà celebratoil 22 maggio 2012 alle 15.30 in Cattedrale.

LEGGI L’INTERVISTA PUBBLICA SU ADESSO N.4 (giugno 1999)

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