Il virus dell’idiozia

di Arnaldo Casali

Se c’è una cosa che questo virus ci ha insegnato, è che non abbiamo imparato niente.

Se c’è una cosa che questa emergenza sanitaria ci ha fatto capire è che non capiamo una mazza, che ci siamo un popolo di decerebrati guidato da decerebrati.

Un popolo di bimbiminkia che si atteggiano a virologi e di virologi che si atteggiano a bimbiminkia, di analfabeti laureati all’Università della vita che hanno sempre la soluzione a tutto, e di politici incapaci di trovarne anche solo mezza.

Il Dpcm annunciato solennemente da Giuseppe Conte in prima serata domenica 18 ottobre 2020 è un autentico capolavoro di idiotocrazia.

Badate bene che io questo governo l’ho sempre sostenuto e giustificato, ma tutto ha un limite: quando ti ritrovi a combattere con una emergenza imprevista e un virus sconosciuto improvvisare è comprensibile, ma dopo sette mesi no: non è tollerabile.

Trasformare un decreto che deciderà delle nostre vite in un film di Hitchcock, giocando per tre giorni sulla “suspance”, lasciando trapelare indiscrezioni e addirittura permettendo che ministri – come il BimbominkiaMassimo Di Maio – lo commentino prima ancora di annunciarlo – non è tollerabile.

Sembrerebbe addirittura (dal “caso orologio”) che la conferenza stampa sia stata registrata alle 18 e spacciata per una diretta alle 21.30. Ma questo sarebbe il minimo: al di là delle demenziali letture complottiste, è solo segno di un delirio narcisista intollerabile in una situazione di emergenza.

Il presidente del consiglio ha esordito dicendo: “Visto che i provvedimenti presi con il Dpcm di cinque giorni fa non hanno avuto effetto, siamo stati costretti a farne uno nuovo”.

A marzo gli effetti del confinamento si sono visti tre settimane dopo l’inizio. Tre settimane! E ora Conte si aspetta che gli effetti di un provvedimento si possano vedere dopo cinque giorni?

Dunque che cosa possiamo aspettarci da qui a Natale? Nuovi Dpcm ogni cinque giorni, mano a mano che la situazione si aggrava – come è inevitabile che accada?

Questo è intollerabile: che il Governo si muova senza un briciolo di logica, con regolamenti demenziali che mescolano divieti e raccomandazioni, e che sostanzialmente non fanno nulla – dico nulla – se non invocare il buon senso. Buon senso che è praticamente impossibile inculcare agli italiani e su cui il presidente del Consiglio, comunque, non dà certo l’esempio.

Conte ha tenuto la conferenza stampa all’aperto, tenendo una distanza di almeno cinque metri dagli altri esseri umani. Perché diavolo indossava la mascherina, allora? Per confondere le idee? Non gli è passata per la testa l’idea che ostentando un atteggiamento ridicolo e insensato, gli italiani non lo possono prendere sul serio?

Sette mesi. Sette mesi ha avuto il governo per prepararsi all’emergenza che stiamo vivendo in questi giorni. Cosa diavolo ha fatto in questi sette mesi, se adesso si trova impreparato tanto e forse più di quanto non si sia dimostrato a marzo?

Il Ministro dell’Istruzione inseguiva i banchi con le rotelle, quello della Sanità pensava a liberalizzare l’aborto farmaceutico.

Quali sono state le altre priorità del governo in questi sette mesi? Quali tematiche hanno riempito i dibattiti politici? La legge sull’omotransfobia e il taglio dei parlamentari. Tutte questioni assolutamente prioritarie, nel pieno di una pandemia mortale che ha già paralizzato l’economia e ridisegnato la vita sociale!

Così, grazie a questo cialtronismo senza ritegno, dopo sette mesi ci troviamo al punto di partenza. Con la differenza che questa volta non andiamo verso un’estate in cui il virus si sarebbe comunque “calmato”, gli uffici e le scuole svuotati, le attività produttive rallentate. Ora andiamo verso un inverno in cui la situazione non potrà che inesorabilmente peggiorare. Il cui il virus sarà più feroce e la chiusura più difficile e deleteria. E il peggio è che dobbiamo affrontare tutto questo affidandoci alla faccia mascherinata di Rocco Casalino.

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