Il sindaco di Pomezia e il futuro del M5s

di Arnaldo Casali

Quello del sindaco di Pomezia sembra il nuovo caso destinato ad alimentare le polemiche sul Movimento Cinque Stelle in campagna elettorale, eppure potrebbe essere anche un’occasione per riflettere su quale modello politico dovrebbe perseguire il Movimento per restare fedele ai suoi ideali: tra i quali c’è il vincolo dei due mandati, ma anche l’espressione civica del territorio.

Perché – a differenza del caso Parma – questa volta si tratta di una questione estremamente limpida, estranea a conflitti personali e sulla quale, di conseguenza, si potrebbe evitare qualsiasi polemica.

Il sindaco vuole candidarsi per un secondo mandato, ma non può perché prima di essere eletto sindaco ha già svolto un mandato da consigliere. Che poi non è stato nemmeno un mandato intero, visto che il Consiglio è stato sciolto dopo appena un anno dall’inizio del mandato del suo predecessore. Una regola nata per scongiurare le caste politiche, in questo caso finisce per impedirgli di portare a termine il lavoro iniziato.
Quindi Fucci ha le sue buone ragioni per chiedere un’eccezione. Ma anche il Movimento 5 Stelle ha le sue buone ragioni per negargliele, visto che rappresenterebbero un pericolosissimo precedente che Beppe Grillo non può permettersi se vuole restare saldamente ancorato ai suoi valori.

E dunque Fucci si tira fuori dal Movimento e si ricandida con una lista civica, proprio come ha fatto Pizzarotti. E probabilmente – se è vero che è un ottimo sindaco – sarà confermato.

C’è bisogno di polemizzare? Secondo me no. Un divorzio non deve essere necessariamente traumatico: a volte e necessario e può avvenire non solo nel pieno rispetto reciproco, ma persino mantenendo una certa comunione. Togliersi un distintivo non significa necessariamente rinunciare ai propri valori ed essere escluso dalla propria comunità: mi viene in mente Don Zeno, che per un periodo, rinunciò al sacerdozio, pur di non abbandonare Nomadelfia e tanti ex preti che oggi insegnano religione nelle scuole o lavorano all’interno della Chiesa.

Se Fucci è un buon sindaco il Movimento 5 Stelle, anziché offrirgli incarichi di nomina a Roma (come ha dichiarato lui) dovrebbe – semplicemente – tirarsi fuori dalle elezioni come lui si è tirato fuori dal Movimento: non scegliere, dunque, alcun candidato Cinque Stelle, non partecipare alla campagna elettorale e lasciare che i cittadini votino un sindaco meritevole.

Dopotutto, il Movimento Cinque Stelle nasce da una rete di liste civiche, e nasce per intervenire là dove la politica fa solo danni. Se c’è un sindaco bravo ed espressione non di un partito ma di una lista civica pulita – a Pomezia come in qualsiasi altra parte d’Italia – per quale motivo i grillini dovrebbero osteggiarlo o contrapporgli qualcuno?

Quando il Movimento Cinque Stelle combatte in modo pregiudiziale contro un sindaco che lavora bene e che è estraneo al mondo dei partiti (mi viene in mente anche il caso di Bussolengo) è lì che proprio il Movimento Cinque Stelle dimostra di rischiare la deriva verso il partito politico.

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