FRATE FRANCESCO & PAPA FRANCESCO

di Arnaldo Casali

Ogni giorno sono più convinto che Jorge Bergoglio sia Francesco di nome e di fatto.

Francesco da Buenos Aires sta facendo esattamente quello che Francesco d’Assisi avrebbe voluto (e difficilmente potuto) fare se fosse diventato papa.

Il fatto è che il Giullare di Dio era un artista, un mistico, un uomo con una forte spiritualità ma senza alcuna capacità di gestire il potere.

Non a caso non è riuscito a mantenere fedele al suo ideale nemmeno la fraternità che lui stesso aveva fondato, e piuttosto che imporsi con la forza ha scelto la strada delle dimissioni, come – qualche anno dopo – avrebbe fatto un altro papa profondamente francescano come Celestino V.

Jorge Bergoglio sta facendo il percorso inverso a quello di Francesco di Bernardone, e con le stesse resistenze e le stesse difficoltà, ma senza dubbio anche più determinazione. Non credo, sinceramente, che qualcuno potrebbe fare di meglio per tornare ad una Chiesa povera e umile.

Non è che puoi demolire da un giorno all’altro duemila anni di potere e ricchezza. Francesco d’Assisi lo sapeva, e non gli è passato nemmeno per la testa di provarci: ha preferito inventarsi qualcosa di completamente nuovo, e tenerlo più lontano possibile da quel potere e quella ricchezza, tanto che personalmente non è voluto diventare nemmeno prete e aveva proibito ai suoi frati di accettare la nomina a vescovi o cardinali.

Francesco da Buenos Aires, invece, ha accettato la sfida più grande con un coraggio, una determinazione, un ottimismo e anche un realismo, di cui dopo 4 anni io ancora fatico a capacitarmi.

In proporzione papa Francesco si è spogliato almeno tanto quanto frate Francesco: ha abbandonato i paramenti ricchi e i vestiti da papa, persino la croce pettorale in oro o argento tenendosi la sua di ferro; ha rifiutato il palazzo apostolico ed è andato a vivere in albergo, ha troncato il carrierismo in Curia, introdotto la meritocrazia in Vaticano, rinunciato ad ogni forma di vacanza estiva, costretto la Banca Vaticana a fare beneficenza ventilandone persino la chiusura, ospitato i senzatetto a San Pietro, preso le distanze dai politici… cos’altro potrebbe fare di più, al suo posto, Francesco d’Assisi?

Fino a quattro anni fa il Papa viveva come un Principe, oggi come il più povero dei preti.

Siamo in piena rivoluzione, anche se da fuori si vede solo la punta dell’iceberg ed è facile dire che è solo una “strategia di marketing”. D’altra parte il destino di papa Francesco è anche questo inverso a quello di frate Francesco: il Poverello all’inizio è stato deriso, maltrattato e additato come un matto e poi, con il passare del tempo, è stato acclamato e venerato come santo. A Bergoglio sta accadendo il contrario: all’inizio tutti lo acclamavano come santo, ma con il passare del tempo, si fa sempre più nemici. E’ il prezzo della coerenza.

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