FRANCESCANAMENTE

<B>Assisi vieta le chiese ai mendicanti<br>Il sindaco: "Tutelo i luoghi di culto"</B> 

È la città santificata dall’apostolo della povertà, ma Francesco mica era un accattone. Assisi è serafica, però s’arrabbia se dietro la mano tesa a chiedere elemosina scorge il professionismo della mendicità. E poi i bivacchi, brutto spettacolo sulle scalinate sante, turisti armati di panini e soda che rotolano sui gradini, di bermuda e magliette alzati a prendere il sole. Allora no, neanche il patrono, così gioviale e leggero, avrebbe forse approvato. Ieri c’erano file ovunque per il Grand Tour francescano. C’era anche una nuova ordinanza in vigore in città, quella contro i mendicanti del sindaco eletto con Forza Italia nel 2006 Claudio Ricci. "Preciso subito: sono anni che lavoriamo per la legalità. Questa iniziativa non è che una naturale evoluzione, sollecitata da molte segnalazioni di cittadini, ospiti, comunità religiose".

A Firenze, dopo quello sui lavavetri, un provvedimento simile ha fatto un certo scalpore. Padova e Vicenza pure, per decoro, schierate contro l’accattonaggio. Si ricordano altre celebri reprimenda: contro saccoapelisti e torsi nudi a Venezia, contro le contrattazioni in strada con le prostitute a Padova (provocano traffico), persino contro gli snack consumati sulla pubblica piazza a Verona. Però questa di Assisi sembra quasi un paradosso. Sembra, ma le misure già in atto sono queste: campi nomadi sgombrati, locali chiusi all’una d’inverno e una mezz’ora dopo d’estate, niente bottiglie in vetro in piazza dopo le 22, un circuito di 60 telecamere, 2mila nuovi punti luce, un numero verde per la sicurezza e un corpo di volontari che dal 2004 controlla il territorio (molti sono ex militari). Non proprio ronde, però girano con le auto del comune e con i telefonini e avvertono se qualcosa non va.

La nuova ordinanza per "salvaguardare i luoghi di culto e la decenza", fa "divieto di mendicare nei luoghi pubblici situati a meno di 500 metri da chiese, luoghi di culto, monumenti, piazze ed edifici pubblici". Cioè, in tutto il centro storico. È vietato "sdraiarsi, o sedersi a terra, in prossimità dei luoghi di culto, edifici pubblici, sotto i portici, sulle soglie e sui lati degli ingressi nonché lungo i muri perimetrali di detti edifici". Accattoni di professione e turisti scostumati rischiano sanzioni. Dice Ricci che "l’applicazione seguirà il buon senso. Abbiamo formalizzato una prassi già diffusa: chi è risultato con precedenti penali, foglio di via dal comune".

Assisi è città sicura, lo ammette anche il primo cittadino, "però se ci sono segnali di potenziale pericolo non vogliamo fare finta di niente". Non è un’ossessione politica, il sindaco lo nega, "molte comunità religiose locali ci hanno pregato di provvedere. L’obiettivo è preservare la sacralità di questi luoghi, senza rinunciare all’accoglienza".

Certo la tentazione dei simboli è forte, Francesco (anche) a mendicare è diventato santo. Ora la miseria, le sue evoluzioni di mercato, messa alla porta dalla città che dell’elemosina ha fatto una Regola. "Però quella francescana prevede prima il lavoro. Solo per necessità i frati possono andare "alla mensa del Signore"". Padre Vincenzo Coli è il custode del Sacro convento di San Francesco, "la mappatura di questo territorio la conosco bene, è cresciuto il business della mendicità professionale. Alcuni pensano di stare a Rimini, se al mare in bikini è giusto, qui serve rispetto". E poi si vedono meglio i monumenti senza l’ingombro dei corpi stesi, "l’iniziativa del comune aiuta a discernere tra chi ha bisogno, e chi ci specula. Certo: andrà applicata con umanità e intelligenza". Con pace, e bene.

(da Repubblica)

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