“Corpo e anima” al Politeama di Terni


Un mattatoio, una donna esile, bella, professionista maniacale, con qualche trauma alle spalle che le ha impedito di diventare adulta. Un uomo di mezza età, con un handicap e poca voglia di vivere che si incontrano in sogno. Un sogno con due cervi, liberi nel bosco e che inspiegabilmente – da sconosciuti – condividono.

Due solitudini che si incontrano, si sfiorano, faticano a toccarsi.

E’ Corpo e anima, gioiello ungherese diretto da Ildikó Enyedi, Orso d’oro al Festival di Berlino e European Film Award per la migliore attrice, la slovacca Alexandra Borbély che ci regala un personaggio di quelli che ti entrano nel sangue e fatichi davvero a credere che non esista veramente.

Il film è stato al centro dell’evento organizzato sabato 13 gennaio 2018 dal Cityplex Politeama di Terni in collaborazione con Popoli e Religioni – Terni Film Festival con lo psicologo Vincenzo Policreti (che è anche attore, scrittore e drammaturgo) che ha animato un vivacissimo dibattito, dalle posizioni diametralmente opposte.

Se la bellezza del film (e sulla sua crudezza – tutte le scene della macellazione dei vitelli sono reali) mette tutti d’accordo, la sua interpretazione – come accade per ogni capolavoro – dipende fortemente dalla personale sensibilità.

Vincenzo Policreti da psicologo, non crede nelle proprietà terapeutiche dell’amore. D’altra parte se le persone potessero salvarsi trovando qualcuno da amare, gli psicologi a che servirebbero? Dunque il film – a suo dire – è assolutamente pessimista. Lasciate ogni speranza voi che entrate. Arnaldo Casali, direttore artistico del Terni Film Festival, viene “accusato” di essere un romantico e un ingenuo, tanto buono da vedere ottimismo ovunque e convinto per questo che il film parli di relazioni umane e di come le solitudini possano incontrarsi e dare un nuovo senso alla vita. “Omnia munda mundi” sentenzia il critico cinematografico Francesco Patrizi che, che sottolinea come la regista, con l’utilizzo delle dissolvenze, il continuo parallelo tra gli uomini, i vitelli che vanno al macello e i cervi nel sogno, il suo indugiare sulle zampe degli animali così come sui piedi della protagonista, voglia dirci  che la vita non è altro che un grande mattatoio in cui aspettiamo solo di essere macellati. “Cinic c’est chic”, commenta Casali.

Quel che è certo, è che Corpo e anima è un film da vedere, da contemplare. E da discutere.

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