di Philipp Ammon
Tu capitale del mondo,
Roma,
Città al nascere della felicità
E dio di Giuseppe Flavio…
Eterna, lupachiotta,
Mai cessa di farmi felice!
Le Tue vie quasi dita allungate
A tutto il mondo,
Al Caucaso,
Perfino al martirio di Prometeo.
Quando là stavo seduto sui Tuoi sassi
Mi fu chiaro: ECCO
sono
in Europa!
Tutte le vie come vene vengono a Te,
a Roma,
Dove si sente il battito del vecchio continente, Siccome Tu sei il suo cuore.
Per Te i nostri re tedeschi
abbandonavano la patria
L´Imperatore Federico l´ha dimenticata,
Quando risiedeva nel Tuo granaio
E godeva di sonetti e falconi
Perché Tu irradi tanta gioia?
Tu, luogo di passione di tanti.
Di Remo e dei Gracchi, Giulio Cesare
e degli Apostoli.
Un infinità di martiri.
O loro trionfo Ti fa raggiante?
La luce delle Tue catacombe?
Il trionfo dei Santi Paolo e Pietro,
Dei Maccabei e della Regina Ketevan?
O sorride dalla faccia Tua
Il sorriso delle sculture etrusche,
Dei tusci che sono venuti
Dal paese del vino, della gioia?
Io ho letto su una pietra allo stadio,
Che meglio è vivere un giorno
Da leone che cent´anni da pecora.
Ma sembra, che meglio è davvero
Un eternità in gelateria a Roma
Che un giorno nella sabbia d´Eritrea.
Come mai un romano lascia la patria?
Che albero d´immortalità egli spera di trovare?
L´ancestrale istinto imperiale?
O anima romana, come sei impenetrabile e enigmatica!
Tu infranta nel mare della storia,
Nelle tempeste dei celti e vandali,
Dei goti, saraceni, eccetera,
Alla barbarie e oggi resisti.
Tu capitale del mondo,
Roma,
Città al nascere della felicità
E dio di Giuseppe Flavio,
Eterna, lupachiotta,
Mai cessa di rallegrarmi!
Agosto 2003