25 ottobre rosso

Il 24 ottobre (O.S.) i bolscevichi cominciarono ad occupare i punti nevralgici della capitale, senza incontrare quasi resistenza. Il passaggio della città nelle mani degli insorti fu quindi abbastanza pacifico, ed avvenne senza che la cittadinanza (e nemmeno il governo) se ne rendessero conto. Nella giornata del 25 la situazione era ormai disperata per Kerenskij, che fuggì dalla città a bordo di un’automobile dell’ambasciata americana per cercare rinforzi nelle caserme lontane dalla capitale. I ministri invece si barricarono nel Palazzo d’Inverno, ma la loro resistenza venne sopraffatta in poche ore. La maggior parte di loro venne arrestata e condotta alla fortezza di Pietro e Paolo. La sera dello stesso giorno, 25 ottobre (O.S.), Lenin poté annunciare la presa del potere al Secondo Congresso dei Soviet, di cui fino a quel momento si era cercato di rallentare i lavori. In questa sede vennero quindi approvati i primi provvedimenti, come il trasferimento del potere ai soviet, ed i provvedimenti sulla pace con la Germania e la distribuzione della terra ai contadini.

Nei giorni successivi a Pietrogrado veniva creato il Consiglio dei Commissari del Popolo (così venivano denominati coloro che occupavano incarichi di tipo ministeriale). Pochi giorni dopo, sotto la minaccia di uno sciopero di tutti i lavoratori ferroviari, il consiglio subì un primo rimpasto, grazie al quale ai bolscevichi si affiancarono alcuni socialrivoluzionari di sinistra, in un governo di coalizione che non avrà vita lunga. Nel frattempo, scontri più sanguinosi si ebbero a Mosca, dove la resistenza terminò solo il 2 novembre (O.S.). Ora il nuovo governo controllava i due centri principali, anche se la diffusione della rivoluzione negli altri territori, in gran parte contadini, avrebbe richiesto un tempo molto più lungo.

 
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