2 ottobre 1969, Città del Messico. La repressione studentesca più violenta al mondo

Il 2 ottobre 1968, nella piazza Delle Tre Culture a Tlatelolco, Città del Messico, più di 300 persone morirono per mano delle forze armate, con la sola colpa di aver partecipato ad una manifestazione studentesca pacifica.

Il massacro fu preceduto da mesi di inquietudini politiche nella capitale messicana, mesi in cui gli studenti manifestavano continuamente sull’onda degli eventi che stavano accadendo nel mondo in quello stesso anno.

Approfittando dell’attenzione mediatica che c’era in città per via dei Giochi della XIX Olimpiade, che si sarebbero tenuti da li a 10 giorni, il 2 ottobre 15.000 studenti diverse università marciarono per le vie della città, protestando contro l’occupazione militare del campus dell’Unam (Università Nazionale Autonoma del Messico). L’occupazione era stata ordinata dal presidente Gustavo Diaz Ordaz alcune settimane prima del massacro; molti studenti durante l’occupazione vennero picchiati e maltrattati dalle forze dell’ordine, portando il rettore Javier Barros Sierra alla dimissioni per protesta.

All’imbrunire, quel 2 ottobre ’68, 5.000 persone tra studenti e lavoratori si raccolsero nella piazza Delle Tre Culture, non immaginando che in poco tempo la piazza sarebbe stata circondata da carri blindati e veicoli da combattimento. Le forze militari e politiche fecero fuoco su studenti e padri di famiglia che erano li a rivendicare un loro diritto, ma anche su semplici passanti, colpevoli solo di essere al momento sbagliato nel posto sbagliato.

Il massacro continuò per tutta la notte ed in breve tempo una massa di corpi senza vita copriva tutta la superficie della piazza. Secondo le testimonianze i cadaveri vennero trasportati da camion per l’immondizia.

Tra i numerosi feriti c’era la giornalista a scrittrice fiorentina Oriana Fallaci, che stava lavorando sul posto raccogliendo informazioni tra i manifestanti. Ferita da un elicottero in volo, venne creduta morta e portata all’obitorio, dove un prete si rese conto che era ancora viva. Se la cavò con tre cicatrici da colpi di arma di fuoco.

I media di tutto il mondo diffuso le immagini e pubblicarono la notizia che si era registrato lo scontro più violento tra studenti e forze dell’ordine.

La spiegazione ufficiale degli organi governatavi fu che i facinorosi armati cominciarono a sparare contro le forze dell’ordine, che quindi si sarebbero solo “legittimamente difesi”.

Il governo inoltre parlò di 34 morti, molti dei quali militari.

Solo 29 anni dopo, una commissione di investigazione riuscì a dimostrare che il massacro era stato precedentemente pianificato dal governo messicano, coadiuvato dalla Cia statunitense.

Condividi!

    Questa voce è stata pubblicata in un giorno nella storia. Contrassegna il permalink.

    I commenti sono chiusi.