1° novembre 1911, L’Italia bombarda la Libia.

 

Uno dei primi bombardamenti aerei nella storia fu effettuato il 1° novembre 1911 dall’aviazione Italiana nella guerra Italo-Turca in Libia.  Il Regno d’Italia disponeva di  un totale di nove apparecchi, utilizzati sia come mezzo offensivo che di ricognizione. Il pilota italiano, che si chiamava Giulio Gavotti, lanciò a mano dall’aeroplano gli esplosivi, non più grandi di un’arancia, sopra le linee turche. L’Italia, arrivata ultima alla corsa europea per il colonialismo, aveva deciso di espropriare all’Impero Ottomano, oramai in disfacimento, le regioni della Cirenaica e della Tripolitania, che assieme alla terza regione del Fezzan andarono poi a costituire i confini dell’odierna Libia. Sin dai primi anni del novecento in Italia, come nel resto del continente, soffiavano forte i venti del nazionalismo che andarono poi a rafforzare, pochi anni prima dell’inizio di questa guerra e le primo conflitto mondiale, i movimenti interventisti. Inoltre si era verificata una unione di interessi tra la borghesia settentrionale e i grandi proprietari terrieri meridionali della penisola. Questa occasione dava agli uni; un espansione del mercato su cui versare i propri prodotti industriali e a gli altri; la possibilità di aumentare l’esportazione e la coltivazione di prodotti agricoli. Si riteneva, infatti, che la Libia era una terra fertile  e necessaria per accogliere i migliaia di italiani pronti ad emigrare. Non di questo avviso era  Gaetano Salvemini che vedeva la Libia come “uno scatolone di sabbia”. Poche furono le voci contrarie al conflitto, per lo più provenivano dal mondo socialista. Ricordiamo come lo stesso Benito Mussolini si oppose all’intervento armato per poi divenire, pochi anni dopo, un fervente interventista nella Prima Guerra Mondiale.

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